giovedì 26 dicembre 2013

il percorso


Il percorso


Sto riflettendo sul significato „ amare se stessi“.

È una linea molto sottile da seguire, é cosí sottile che si perde di vista facilmente , ma che non si spezza; é infrangibile.
E`la linea dell’amore per noi stessi. E`la linea che ci fa sentire vivi, che ci permette di essere.
E`la linea del coraggio e della veritá. La nostra veritá. Scoprire la  veritá  di ció che siamo.
Seguire questa linea ci porta a cose nuove; ad un mondo nuovo da scoprire dentro di noi.

Immagino questa linea come il corso di un ruscello. L’acqua, se non viene interrotta ( da noi), segue un  percorso secondo le sue necessitá.
Ogni ruscello ha un percorso diverso dall’altro, ma tutti finiscono nell’unione, nel mare.
La nostra sostanza é uguale per tutti. Il percorso, é l’unica cosa individuale che ci é data.
Individuare in noi l’amore , cioé, scoprire chi veramente  siamo, é la piú grande avventura  proposta dalla Vita.

°°°°°
Graziella Torboli
Dicembre 2013

mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Natale!!


Sorridere alla Vita come sorride un bimbo..... questo é il mio augurio di cuore, per Natale e il nuovo anno.

°°°°°

Graziella Torboli
Dic. 2013

sabato 14 dicembre 2013

L' onda

L' onda

Sorge dal nulla,
una grande onda,
porta vivi ricordi,
che travolgono, confondono,
la mente pare inerte,
rimane un cuore,
scoraggiato e triste.

°°°°°

Graziella Torboli
Dic. 2013

mercoledì 11 dicembre 2013

la nebbia


La nebbia

Da giorni la nebbia invade il panorama.
Tutto é sfocato, si vedono solo ombre. Ombre di case, di alberi, di passanti.  Pare un mondo invaso da fantasmi. Perfino i rumori sono ovattati. L’addobbo natalizio delle case vicine, quasi non si nota. Non posso passeggiare perché la nebbia, oltre ad avere un brutto sapore e odore, mi entra nelle ossa e non mi diverte molto. Che fare in questo avvento nebbioso?
Ho trascorso un pomeriggio bellissimo. Ho acceso la stufa ed ho fatto i biscotti per natale.
Stelline e cuori a non finire.
Ho inserito un CD nel lettore. Il flauto magico di Mozart.
Ritagliando stelle e cuori, la musica di Mozart ed il fuoco scopiettante della stufa, mi sentivo la persona piu´felice del mondo. Chi pensa piú alla nebbia quando ti splende il sole nel cuore?

°°°°°

Graziella Torboli
Dic. 2013

lunedì 9 dicembre 2013

a proposito di coerenza......



A proposito di coerenza...

Ció che intendo raccontare, é un fatto che mi é accaduto alcuni anni orsono.

A quel tempo lavoravo in un collegio tedesco piuttosto famoso in Germania ed anche all’estero.
Ero stata assunta come Mentore ( precettrice), cioé dovevo occuparmi di un gruppo di scolari, tutti maschi, di etá dai 14 ai 17 anni. Il gruppo era composto da 25 ragazzi.
Il mio compito, era  badare al loro andamento scolastico ed al loro comportamento sociale.
Oltre questo, tutto il collegio dei mentori era responsabile dell’organizzazione della struttura in cui abitavamo. C’era praticamente la parte scolastica e la parte dove si viveva.
Il collegio era a pensione completa ed i ragazzi potevano tornare a casa solo durante le ferie.
Vivevo con loro, in un grande reparto formato dalle loro camere situate lungo un grande corridoio.  Alla fine del   corridoio c’era la porta del mio appartamento.
Devo dire, che per principio tenevo la mia porta aperta tutto il giorno. La porta aperta sollecita la comunicazione e questo, dal mio punto di vista, era un primo passo importante.
Il mio compito era molto faticoso e la giornata contava diciotto ore. A volte anche la notte veniva disturbata.
A parte la fatica e le difficoltá, io amavo il mio lavoro e sopratutto i miei ragazzi, comprese le loro esplosioni ormonali.
Di regola potevano rimanere nel mio reparto solo fino all’ undicesimo anno di scuola, dopo di ché gli scolari si trasferivano in un’altra ala fino alla maturitá. Perció poteva accadere che alcuni, se lo volevano, rimanessero da me per tre anni consecutivi.
Uno di questi é il protagonista del mio racconto.
Jae era coerano, vedeva i genitori nelle vacanze estive. Era venuto nel collegio all’etá di 13 anni e dopo un periodo nel reparto giovanissimi, aveva scelto di venire da me.
Era un ragazzo timido, taciturno e un dotato disegnatore. Lo vedevo spesso solo e intento a disegnare.
Per la  scuola non si affaticava piú di tanto ma rimaneva a galla. Io lo osservavo, lui manteneva le distanze.
Passó il primo anno senza nulla da ridire.
Il secondo anno cambiarono un poco le cose. Piano piano sembrava che in lui qualche cosa si svegliasse. Aveva trovato un gruppo di amici e con loro si sentiva forte.
Faceva battute, si azzuffava con altri, ed acquistava in modo palese un’aria da boss. Mi divertiva questa metamorfosi. Jae mi sbalordí, quando un bel mattino mi si presentó davanti con i capelli gialli. Non lo riconobbi subito e lui si divertí un mondo. -Sembri una pannocchia di Mais- gli dissi. Lui  rise di cuore e scappo via per andare a scuola.
Con me non manteneva piú le distanze come il primo anno, veniva spesso nel mio ufficio e mi raccontava dei piccoli fatti. Cominciava a fidarsi di me.
Anche il suo aspetto era cambiato, a parte i capelli gialli che dopo poco tempo erano diventati giallo-neri, ora lui si vestiva come voleva la moda . Pantaloni larghi e pendenti sui fianchi, scarpe slacciate e passi trascinati, capelli lunghi, in parte cadenti sul viso.
La sua espressione era di un ragazzo felice e questo mi bastava. Il suo rendimento scolastico rimaneva sempre minimo, faceva solo quello che bastava per essere promosso. Gli insegnanti si lamentavano con me ed io dovevo parlare con lui. Jae si divertiva quando mi preoccupavo per lui e cercava sempre di rassicurarmi. Io gli credevo peró lo tenevo d’occhio.
Il terzo anno Jae era ormai cresciuto o al massimo si sentiva grande, per non dire adulto.
L’undicesimo anno di scuola, poi avrebbe dovuto cambiare ambiente e mentore.
Ormai Jae mi conosceva ed io conoscevo lui. Aveva un modo commovente con me. Nonostante la discrezione che era di suo, si avvicinava sempre di piú a me e cercava di farsi notare. Per esempio, quando ero di spalle e parlavo con qualcuno o guardavo a qualche cosa,  qualcuno mi sollevava i capelli sulla nuca e poi scappava. Era sempre lui.
Il giorno del mio compleanno era il mio giorno libero ed avevo chiuso la porta. Sentii bussare ed andai ad aprire.
Jae mi stava davanti arrossato e felice con un grande mazzo di tulipani rubati dalle aiuole del collegio. Lo capii subito e lo dissi. Lui ammise ed un po´intimidito ma anche divertito mi porse i fiori. Io lo avrei abbracciato volentieri ma i fiori rubati me lo impedirono...
Il terzo anno, l’ultimo, trascorse senza problemi e Jae collaborava se non in modo perfetto ma  senz'altro disponibile.

L’ultimo giorno di scuola. Estate calda e afosa.
Non é facile descrivere ció che succede quando arrivano le ferie estive ed il collegio si svuota.
Noi mentori siamo responsabili del nostro reparto ma
la cosa che ha piú bisogno di essere organizzata, é l’immondizia.
Quando i ragazzi fanno i bagagli alla fine dell’anno, le loro valige non bastano mai, e tutto quello che hanno accumulato e non trova posto nei loro bagagli, viene buttato. Nel nostro reparto avevamo degli appositi bidoni, ma per quell’occasione, se non venivano continuamente svuotati, si formava una montagna di rifiuti. Cosí, alcuni giorni prima, avevo organizzato con i ragazzi, i turni alla discarica. Ogni mezz’ora dovevano presentarsi due di loro per portare via i bidoni. Avevo fatto una lista e l’avevo appesa sulla bacheca. La suddivisione di compiti nella convivenza non era solo una mia regola ma faceva parte delle regole educative del collegio.
C’é un fatto in queste situazioni, che sballa tutte le organizzazioni. Gli addii dei ragazzi e delle ragazze.
Nondimeno i genitori che arrivano con le loro grandi macchine e hanno fretta.
Poi ci sono i ragazzi che non vanno a casa loro, ma devono prendere o l’aereo per l’america, o per la spagna o il treno per chissá dove. Tutti quelli che non vengono prelevati dai genori hanno bisogno di denaro. Noi mentori dovevamo fare una lista di nomi e di cifre e ritirare il denaro in ufficio.
Jae era uno dei ragazzi che doveva prendere l’aereo per New-York.
Quel giorno correvo a destra e a manca. Genitori che mi volevano salutare, i ragazzi che mi chiamavano, il telefono che squillava... in piú dovevo tenere d’occhio la lista dei compiti assegnati ai ragazzi.
Guardai l’angolo dei bidoni e vidi una montagna vertiginosa di immondizie. Guardai la lista.
Jae era di turno. Dov’é Jae ? chiesi al suo compagno che stava lavorando. –Non lo so- mi rispose.
Lo feci cercare ma nessuno lo trovó. Aspettai.
Passó del tempo, io mi stavo innervosendo perché avevo dovuto dare ad altri il compito di Jae.
Jae arrivó. Era sudato e spettinato. Aveva fretta. Mi disse che doveva partire subito perché c’era un taxi che lo aspettava. Io lo guardai incredula. - Che cosa? E il tuo lavoro perché non l’hai fatto?-
Lui rispose- mi dia i miei soldi che devo andare.-
Non volevo crederci. Lo guardai e gli dissi- se non fai il tuo lavoro non puoi partire. Sapevi benissimo quello che dovevi fare e hai lasciato altri lavorare per te. Ora fai anche il prepotente?-
A questo punto si arrabbió e mi rimproveró, mi disse che non ero un buon mentore e che lui era deluso. Anch’io mi arrabbiai e gli risposi in merito. Fu una lotta testa a testa. Jae se ne andó. Io rientrai in casa con le lacrime agli occhi. Non riuscivo a capacitarmi che Jae si comportasse in questo modo. Stavo veramente male.
Dopo un po’, Jae tornó all’ attacco e mi disse che doveva partire, voleva i suoi soldi altrimenti perdeva il treno per l’aeroporto. Sapevo di non poter lasciar perdere anche se mi spiaceva trattarlo cosí duramente. Risposi:
-Puó partire il tuo treno, il tuo aereo, il tuo Taxi, ma senza di te, se prima non svolgi il tuo lavoro.-
Lui mi gridó addosso, si vedeva che in quel momento mi odiava , ma anch’io non lo risparmiai. Altra lite ad alta voce.
Ormai la cosa andava avanti da quasi due ore ed io ero veramente a pezzi. Jae se ne andó e tornó alcune volte, infine quando si convinse che non avrei ceduto, mi chiese che cosa dovesse fare.
La sua espressione era indescrivibile, faceva quasi paura.
A me non veniva di sorridere e con serietá gli dissi che poteva scopare il corridoio. Era una corridoio lungo ottanta metri e sette metri largo.
Lui brontolando prese la scopa ed inizió il lavoro. Lo faceva con cosí tanta rabbia ed alzava cosí tanta polvere che dovetti chiudere la mia porta.
Ad opera finita bussó alla mia porta e mi chiese se cosí andava bene. Gli feci notare che non aveva ancora raccolto le immondizie. Lo fece.
Poi entró nel mio ufficio. Io presi i suoi soldi, li contai e glieli porsi. Non riuscivo a guardarlo in faccia tanto ero scossa dal suo comportamento, non riuscivo a capire.
Mi ringrazió. Gli dissi ciao e feci per andarmene quando lui  alzó le braccia, per un attimo temetti uno schiaffo, invece mi abbracció dicendo: - Ha voluto insegnarmi qualche cosa fino all’ultimo giorno. Grazie.-
Io non riuscii a dire una parola, ma lo riabbracciai augurandogli buone vacanze.
Me ne andai inghiottendo le lacrime, ma ero felice.

°°°°°

Seguii Jae per altri due anni,  non come mentore, ma in un gruppo di cui ero tutrice facoltativa.
Quando Jae superó la maturitá, prima di partire venne da me e mi regaló cinque rose rosse.
Disse:- queste sono per i nostri cinque anni insieme-.

°°°°°

Graziella Torboli
Dic. 2013


domenica 8 dicembre 2013

la coerenza


La coerenza

La coerenza, in ambito dell’educazione é fondamentale. I giovani di tutte le etá, la pretendono provocandoci senza pietá.
Essere coerenti é sempre faticoso perché conduce ad uno scontro che a volte non siamo disposti a subire. Tuttavia, evitando lo scontro, non evitiamo il conflitto, solo lo rimandiamo; ma fino a quando?
Occuparsi di giovani e di bambini, che siano nostri o no, non fa differenza sul nostro compito di „come“ educarli.
Il numero uno sulla lista del „ Come“ é, l'amore umano.
Amore umano significa amare la persona in sé, vedere la persona aldilá dell’etá, della situazione e rispettarla.
Sembra semplice, ma ci riesce solo quando abbandoniamo i nostri pregiudizi e le nostre valutazioni.
Con questo non alludo ad un essere perfetto, nessuno al mondo lo é, ma ad un essere consapevole;  e questo possiamo diventarlo.

°°°°°
Graziella Torboli
8 dic. 2013

venerdì 6 dicembre 2013

Lezione di danza


Lezione di danza

Sono seduta nella sala d’aspetto di una scuola di danza. Ho accompagnato la mia nipotina come faccio sempre quando mia figlia ha degli impegni.
Aspetto e lavoro a maglia. Potrei anche leggere ma questo mi distrae troppo. La mia attenzione é attratta dalla lezione di danza che si svolge nella stanza accanto.
Le note di una sonata al pianoforte, la voce dell’insegnante e...uno .e....due..e....tre...ed il rumore dei piedini obbedienti che cercano di seguire il ritmo. Pausa, la voce dell’insegnante che parla. Le risatine delle ballerine che dimostrano le loro piccole difficoltá.
E ancora... musica...e...uno e...due e...tre..... Ascolto la musica, ascolto
e immagino...
Verso la fine mi accorgo che va molto meglio perché non sento piú le risatine ma solo la voce dell’insegnante e l’esercizio non ha interruzioni.
Mentre sono cosí intenta ad ascoltare mi sento riportare al passato. Anche allora era cosí. Quando portavo le mie figlie a danza. Ho trascorso per degli anni due pomeriggi la settimana ad ascoltare le lezioni di danza. Le sapevo a memoria ma non mi stancavo mai di ascoltare. A quel tempo, le mamme che aspettavano, lavoravano e conversavano fra loro. Oggi non é piú cosí. Le mamme che aspettano giocano con i loro iphone o ipad e non dicono una parola.
La lezione é finita. Eccole uscire tutte accaldate e sorridenti e dirigersi verso gli spogliatoi.
Ascoltare una lezione di danza, mi da il piacere di una carezza.

°°°°°
Graziella Torboli
6 dic. 2013



giovedì 5 dicembre 2013

Ein schönes Spruch

Suche das Außerordentliche im ganz Gewöhnlichen,
findest du es da nicht,
bleibst du ewig ein Suchender.

°°°°°

F. Herter

lunedì 2 dicembre 2013

Sensazioni


Sensazioni


Schiudo gli occhi al mattino,
ed é giá sera,
un profumo risveglia un ricordo
e sparisce,
l’eco dei suoni
si perde nell’aria,
fugge il tempo,
frastagliato dalle ore,
dai minuti,
dal ritmo irreale
che giace nella mente.

°°°°°

Graziella Torboli
Dic. 2013

sabato 30 novembre 2013

I cachi


I cachi

Sono giusto tornata da una scalata sul caco del mio vicino. Ne ho raccolto una grande cesta. Il mio vicino ha un albero pieno di frutti maturi, gialli da sembrare dei piccoli soli, ma la sua etá ( 94 anni) non gli permette di fare scalate, in piú non gli piacciono i cachi.
Cosí mi ha offerto di coglierli per me. A parte il fatto che a me i cachi piacciono molto e salire sugli alberi, specialmente in una  splendida giornata come oggi, mi diverte un sacco,
fin da bambina  é stata sempre la mia passione.
Quando salgo su un’albero mi sento felice.
Come ora.

°°°°°
Graziella Torboli
Nov. 2013

lunedì 18 novembre 2013

limiti...oltre i limiti

Una riflessione di buon mattino.....

I nostri limiti ci sono sconosciuti finché non li provochiamo o vengono provocati da altri.
A volte, senza pensarci e senza accorgerci, tendiamo ad andare oltre ad essi, altre volte schiviamo a priori la sfida. Non é semplice trovare ai nostri limiti un equo equilibrio.
Oltrepassare il nostro limite dimostra, mancanza di attenzione e conoscenza di se.
Oltrepassare il nostro limite per ambizione, non conferma il nostro coraggio ma solo la nostra imprudenza.
La ricerca dei nostri limiti é un proseguire attivo e attento, non un salto nel vuoto.
La vita é un'avventura di per sé, é una sfida ai nostri limiti giorno dopo giorno,  perché ci obbliga a ponderare, a crescere, a scoprire, a conoscere, a scegliere, nonché a subire le conseguenze di ció che facciamo o non facciamo.
La vita é la nostra vera sfida, non l'album dei Record.
Che cosa significa" limite"?
A parer mio:
Il limite é una misura individuale che puó essere, fisica, psichica, mentale e spirituale.
Il limite non é peró una misura statica, ma si allarga o restringe, si adegua alla nostra crescita, a come incontriamo la vita ed a come l'affrontiamo.
Conoscere i propri limiti é possibile solo parzialmente, sono le tappe di un lungo viaggio dove il punto d'arrivo é un grande sconosciuto.


°°°°°

Graziella Torboli
nov. 2013

domenica 17 novembre 2013

Il mio albero

Buon giorno,

ieri finalmente ho piantato il mio nuovo albero!! Un liquidambar. Non é stato facile ed abbastanza faticoso, peró ho avuto l'aiuto di mia figlia. E´bellissimo anche se é spoglio. Mi piace la sua forma, sembra un albero allegro. Quando un albero é spoglio, si puó vedere la sua struttura e di conseguenza la sua vita. Ho visto tanti alberi tristi ma anche tanti di allegri. In inverno, durante le mie lunghe passeggiate, ho osservato per anni  alberi e cespugli.
Oggi é domenica e tutto il mondo riposa. I rumori della strada non sono i soliti, le macchine riposano nei loro garage, gli uomini nelle loro case. Mi piace questo silenzio.
Il cielo, che di buon mattino era offuscato dalla nebbia, ora si é aperto ma le nuvole non lasciano uscire il sole.  Solo qualche debole raggio riesce a trapelare. Peró non piove, cosí posso andare in giardino per terminare i miei lavori. Sono contenta.  Sono riuscita a risolvere il problema di matematica.
Auguro a tutti una bella domenica.


°°°°°
G. Torboli
nov. 2013

mercoledì 13 novembre 2013

caffé e matematica

Buongiorno a tutti,

Come sempre mi sono svegliata prima delle 6. Dopo aver bevuto il mio adorato caffé, ho fatto esercizi di matematica. Oggi non sono riuscita a risolvere l'esercizio. Ho fatto confusione con quei lunghissimi calcoli. La geometria sul piano cartesiano é un pó complicata, almeno per me.
Nonostante le  difficoltá che incontro, la matematica mi piace cosí tanto che se a volte non posso studiare, ne sento la mancanza. Non faccio grandi progressi e spesso ripeto li stessi calcoli per giorni prima di riuscire a risolverli ma provo una grande soddisfazione quando ci riesco.
Per mia fortuna ho trovato un'ancora di salvezza, una insegnante di matematica. Quando sono in grandi difficoltá, posso avere il suo aiuto. Ho letto molti libri sugli studi di matematica e la sezione Aurea.
Mi affascinano le biografie di questi studiosi.
La matematica e una scienza universale e piena di imprevisti. A mio avviso é la piú grande avventura e la piú grande sfida.
Da anni vorrei scrivere una storia per bambini sulla matematica. Mi piacerebbe tanto trasmettere a loro l'interesse per questa scienza e farli divertire. Purtroppo, l'idea giusta non mi é ancora venuta.

Fra poco devo uscire. Vado a prelevare un albero che ho ordinato. Si chiamo: liquidambar. E´un albero bellissimo.
Lo pianteró nel prato .
Fuori splende il sole, ma fa un poco freddo.

°°°°°

G.Torboli
nov. 2013


mercoledì 6 novembre 2013

un pensiero



L' amore che vive in noi, si rivela soltanto attraverso la nostra autenticitá,
mai attraverso la nostra immagine.

°°°°°
Graziella Torboli
novembre 2013

martedì 29 ottobre 2013

giorno grigio

Giornata grigia. Cielo plumbeo. Rumore di tuoni lontani.
Piccole gocce di pioggia scendono silenziose. L' aria é pesante e umida.
Un giorno da non muoversi di casa. Ho lavorato un' oretta nell'orto ma poi ho smesso perché i tuoni mi facevano un pó paura. Ho spaccato la legna e ora mi riposo cioé, ora continuo a cucire.
Mi lascio avvolgere dalla musica di Bellini, stó ascoltando " La Norma". L' opera é interpretata dalla mia cantante preferita, la Callas. Il tenore é Franco Corelli . Questa musica si adatta molto bene a questa giornata un tantino malinconica.
Chissá dove sará oggi il sole?

°°°°°

G.Torboli 
29.10.13

domenica 27 ottobre 2013

Die Lehren des Konfuzius

Heute, habe ich in diese Buch gelesen und einige schöne Sätze gefunden die ich weiter geben möchte.

1 )Die intelligible Macht des Willen zur Sittlichkeit

Der Meister sprach: "Ist denn die Sittlichkeit gar so fern? Sobald ich die Sittlichkeit wünsche, so ist diese Sittlichkeit da."

Die Sittlichkeit erscheint dem Blick als etwas Grosses und Fernes und schwer zu Erreichendes.
Aber was alle Überlegungen nicht näher bringen: der einfache Akt des Willens macht die Sittlichkeit möglich und wirklich.

2) Zustimmung und Tat

Der Meister sprach: " Worte ernsten Zuredens: wer wird denen nicht zustimmen? Aber worauf es ankommt, das ist die Besserung ( des  Lebens).
Worte zarter Andeutung: wer wird die nicht freundlich anhören? Aber worauf es ankommt, das ist die Anwendung ( auf die Praxis).
Freundliches Anhören ohne Anwendung, Zustimmung ohne Besserung:
was kann ich damit anfangen?

3) Treu und Glauben

Der Meister sprach: " Mache Treu und Glauben zur Hauptsache, habe keinen Freund, der dir nicht gleich ist. Hast du Fehler, scheue dich nicht, sie zu verbessern.

°°°°°
Konfuzius (551- 479 v. Chr.) chinesische Philosoph.

venerdì 25 ottobre 2013

buon pomeriggio

Il cielo é grigio e dá malinconia. L' aria é stagnante, umida, fastidiosa.
Accendo la stufa per sentirmi meglio anche se non fa freddo.
Sto ascoltando un disco  " sonate per pianoforte" di Mozart.
La musica di Mozart é cosí piena di vita e di amore da far sembrare allegro anche il cielo.
Ora incomincio a cucire. Da giorni passo i pomeriggi a cucire dei porta gioielli in stoffa, per mio figlio. Lui crea e vende gioielli.
Cucire é un lavoro molto creativo. Accoppiare colori e stoffe diverse, dare nuove forme e caratteristiche a dei pezzetti di stoffa, che a vederli cosí, sembravano banali.
Quando non scrivo o studio matematica, allora cucio.
Ora peró, devo andare a spaccare un pó di legna sottile perché il fuoco non vuole accendersi.

Buon pomeriggio.

°°°°°
Graziella Torboli 
25 ottobre2013


sabato 19 ottobre 2013

il cambiamento


Il cambiamento

Da alcuni giorni la mia mente é impegnata con questa parola „ cambiamento“.
Per quanto mi riguarda, ne ho subiti molti, importanti e meno importanti.
Mi piacerebbe tanto riuscire a capire, che cosa comporta dentro di noi, un cambiamento.
Se parto dal punto di vista che noi tutti siamo abitudinari,  il cambiamento ci sottopone ad un conflitto piú o meno grande.
Il cambiamento in sé é una cosa positiva perché é un movimento aldilá del giornaliero.
La vita é in continuo movimento , nulla rimane cosí come é. Tutto si trasforma, cresce, nasce,muore.
Mi chiedo perché, noi cerchiamo di fermare questo movimento nell’inchiodare il corso della nostra vita con le abitudini?
È forse l’abitudine che ci fa temere il cambiamento?
Quí entra in gioco il termine „ sicurezza“.
L’abitudine é la culla della sicurezza.
A questo punto diventa chiaro che un cambiamento mette a dura prova la sicurezza, provocando paura. La paura di ció che non conosciamo. Tale paura, é naturale,  perché ci aiuta a ponderare la situazione ed a difenderci. È come l’atto di un cane che annusa il cibo prima di mangiarlo.
Tutt’altra cosa, quando ci fissiamo sulle nostre abitudini come fossero leggi di vita,  per cosí dire, irremovibili . Di conseguenza, le nostre abitudini non lasciano spazio a cose nuove.
Per esempio, non é facile cambiare tutti i mobili di casa, ma molto piú difficile é riflettere su un nostro comportamento ed ammettere di doverlo cambiare in meglio.
Fuori di noi e dentro di noi, i cambiamenti non ci risparmiano, perché la vita vuole cosí.
Non possiamo fermare questo movimento con le nostre paure. Meglio affrontarlo.


°°°°°

Graziella Torboli
19 ottobre 2013



giovedì 17 ottobre 2013

la danza del "SI" e del "NO"


La danza del „SI“ e del „NO“

Questa mattina mi é venuta questa frase o meglio questo pensiero.
Il „SI“ e il „NO“ sono le definizioni piú brevi ma cosí determinate da cambiare in bene o in male il corso della nostra vita.
Se non sappiamo usarle in modo adeguato, dobbiamo pagarne le conseguenze.
Sappiamo che dire „SI“ a qualcuno e sempre piú facile che dire „NO“.
Se ci pensiamo bene, quando noi diciamo „SI“ a qualcuno, quasi sempre non siamo sinceri.

Dire di „SI“ é sbrigativo. Ha l’apparenza di facilitare le cose, non ha bisogno di spiegazioni.

Dire „NO“ invece,  necessita di coraggio perché complica quasi sempre le situazioni  facendoci sentire anche in colpa.

Quando dentro di noi urla un „NO“ ma noi rimuovendolo lasciamo uscire dalle nostre labbra un „SI“, ci siamo autocastigati. Non ci siamo presi sul serio.
Parliamo tanto di sinceritá, ma non siamo ancora riusciti ad individuare dentro di noi la vera danza del „SI“ e del „NO“.
Questa danza, nasce dall’uso equilibrato di queste due definizioni, donandoci l’armonia in noi e fuori di noi.

°°°°°
Graziella Torboli 
Ottobre 2013

domenica 13 ottobre 2013

Il viaggio


Il viaggio

Sabato 21 settembre, mia sorella ed io siamo partite da Verona alla volta di Monaco.
Eravamo molto gasate da questo nostro viaggio e da tutto quello che volevamo vedere.
Dopo Vipiteno, sull’autostrada del Brennero la mia macchina ha avuto un guasto. Aveva fatto un rumore strano e poi non correva piú come prima. Mi sono fermata di lato all’autostrada per pensare al dafarsi. Dopo un pó, ancora incredula, ho riprovato a ripartire ma mi sono dovuta fermare poco dopo. Non mi restava che telefonare al soccorso stradale. Abbiamo atteso un’ora prima che arrivasse . Quando arrivó il meccanico ci tolse l’ultima speranza che fosse una cosa da poco. Ci disse che poteva essere la turbina rotta o la frizione. Noi non sapevamo che cosa fosse una turbina. Il meccanico ci ha fatto salire sul carro attrezzi e caricó la macchina. C’é voluto del tempo prima di arrivare all’officina perché il meccanico doveva caricare ancora una Motocicletta che si trovava non so dove. Sul carro attrezzi non si stava poi male, il meccanico poi, era molto simpatico e ci siamo fatte due belle risate. Con una parte dei nostri bagagli siamo state accompagnate in un albergo al paese vicino.
Il paese si chiamava, Rio di val Pusteria. Mai sentito prima. Un paesino dell’alto Adige nascosto in una grande valle circondata da verdi montagne. Essendo la valle un poco stretta, il paese sembra arrampicarsi sulla lato della montagna. Le casette, tutte ben disposte verso ovest, trionfano con  cascate di gerani che pendono dai loro balconi. Sono bellissimi.
Dopo il primo momento di insicurezza causata dall’imprevisto della macchina, siamo entrate nell’ordine di idee che tutto ha un senso e tutto si puó risolvere. Prendendo il tutto con un pó di filosofia siamo riuscite a divertirci un mondo. Il tempo era bellissimo ed anche il panorama.
Purtroppo quando ho avuto la notizia che la macchina non poteva essere riparata prima di martedí o mercoledí, il mio buon umore si affievolí e si tramutó in Stress. La burocrazia in Italia é molto complessa e le assicurazioni, ne ho due, mi davano continuamente informazioni contradditorie. Altro Stress e mille telefonate.
Altro punto cruciale e stressante, era che dovevo essere a Berlino in tempo per vedere mio figlio prima che partisse per la Cina. Ormai avevamo escluso Dresda e anche Monaco dal nostro programma. Piú i giorni passavano, piú si allontanava anche l’idea di andare a Berlino. Io ero un pó sconsolata. Quel giorno siamo andate in funivia sulla montagna. Era una bellissima giornata. Il cielo era di un azzurro intenso. La valle si estendeva fra catene di alte montagne. In lontananza si intravvedevano le cine frangiate delle Dolomiti. L’inverno,  gli sciatori invadono questa valle, ora splendeva di verdi prati e di mucche scampanellanti al pascolo.
Giorno per giorno cambiavamo le tappe del nostro viaggio. Piú la macchina restava in officina meno tempo ci rimaneva per le nostre tappe.
Mercoledí pomeriggio andammo a prendere la macchina. Ormai avevamo pensato di arrivare fino a Norimberga e poi andare direttamente a Colonia. Mio figlio Thomas non era di questa idea e mi telefonó per dirmi che sarebbe venuto a Norimberga con l’autobus e avrebbe guidato la mia macchina fino a Berlino. Cosí abbiamo fatto.
Due giorni a Berlino non sono molti ma é stato molto interessante specialmente per chi, come me, non c’era mai stata. Abbiamo visitato due Musei e passeggiato per il centro. Berlino é una cittá in costruzione. Stanno fabbricando ovunque, peró é molto bella.
Sabato pomeriggio, Thomas é partito per Pechino. Domenica mattina siamo partite noi per Colonia.
Il viaggio é andato bene anche se in pancia avevo sempre un pó di paura di sentire rumori strani al motore. Il mio Navi mi ha accompagnata per tutto il tragitto ed io lo trovo una grande invenzione.
A Colonia ho potuto abbracciare il mio nipotino di cinque mesi. Un bambino molto bello e simpatico. Sorride sempre. I primi due giorni mi sono occupata di lui e delle mie figlie. Abbiamo fatto delle belle passeggiate nel parco ed in cittá. Poi é arrivato il lavoro. Avevo portato con me la macchina da cucire perché Julia aveva bisogno di Costumi per la sua – Tanz Performance-. Cercammo Modelli e Stoffe. 40 metri di tulle nero e altre stoffe.
Dovevo cucire una gonna fuori misura. Poi, una tuta chiara per un’altra ballerina.
Per quattro  giorni non ho fatto altro che cucire. Il risultato é stato molto soddisfacente e mia figlia era felice.
Dimenticavo il Video. Ho trascorso un pomeriggio dietro una parete trasparente di latex a cucire degli strappi per farli sembrare delle cicatrici. Si dovevano vedere solo le mie mani e la mia ombra. Anche questo video servirá per lo spettacolo.
Gli ultimi due giorni li ho trascorsi seduta sul divano a giocare con mio nipote ed a fare delle piccole compere nel vicino centro.
Giovedí 10 settembre siamo ripartite alla volta del lago di Costanza. Purtroppo quel giorno pioveva ed il lago era avvolto in una fitta nebbia, cosí pure le montagne intorno. Era un pó triste da vedere. Siamo andate subito alla ricerca dei lamponi che volevo comperare. Sapevo che c’era un contadino che coltivava lamponi ma non sapevo di preciso dove fosse. Lo trovammo e comperai una cassetta intera di lamponi.
Il loro profumo ci dilettó per tutto il viaggio di ritorno.
Venerdí mattina siamo partite. Avevo sentito il meteo ed avevo appreso che era caduta un pó di neve. -Speriamo in bene,- pensai,- non ho le gomme da neve.-
Volevo passare dal Bernardino perché conosco la strada e mi piace molto.
Il mio Navi era un pó nervoso perché quando  digito un indirizzo, lui cerca la strada piú breve, non certo quella che piú gli piace. Cosí non badai ai suoi consigli di uscire dall’autostrada. Continuai a guidare verso il Bernardino quando ad un certo punto un avviso in rosso sul cartello stradale mi irritó. „Strada per il Bernardino chiusa“. Alla prima uscita uscii e mi fermai. Cosa facciamo ora? Cercai di programmare il Navi ma lui non ne volle sapere. Si era bloccato. Io ho pensato che forse si é offeso.
Fortuna vuole che mi ero portata una carta stradale.
Presi la via del ritorno per andare a Innsbruck. Una brutta strada che  non volevo fare. Una valle stretta buia e piena di tunnel. Ora c’éra anche la neve. Peró non era neve fresca, per fortuna.
Arrivate a Innsbruck abbiamo trovato la neve... fresca. Nevicava.
Nel frattempo mi sentivo un poco stanca ed anche un pó seccata per via della strada interrotta. Avevo allungato il viaggio di almeno due ore.
Da Innsbruck al Brennero la neve era aumentata e la strada era scivolosa. Come ho giá detto non avevo le gomme da neve ed ero molto preoccupata. C’é da dire che i camion sull’autostrada sono veramente pericolosi. Con un tempo da lupi come in quel momento, visibilitá pochissima, strada stretta per lavori in corso, loro schizzavano via come dei pirati senza regole. La mia tensione era al massimo.
Per fortuna, prima di Vipiteno il tempo é migliorato. Il sole splendeva e le strade erano asciutte.
Siamo arrivate a Verona verso sera e dopo esserci rinfrescate e ripreso fiato, siamo uscite a cena.
Il giorno dopo sono ripartita per Castel san Giovanni. Ora sono a casa. La mia casa.
Ho acceso la stufa e guardo il cielo, é grigio, ma a me sembra di un brillante azzurro.

°°°°°



G. Torboli 2013






martedì 17 settembre 2013

Partenza...





Sono in procinto di partire con la mia macchina, per un viaggio in Germania.
Penso che il mio giro durerá il minimo di tre settimane.
Con mia sorella, come compagna di viaggio, partiremo da Verona ( dove lei abita) alla volta di Monaco.
Il giorno seguente partiremo per Dresden e visiteremo questa cittá che ancora non conosco.
Poi proseguiremo per Berlino dove potró rivedere mio figlio Thomas.  Anche a Berlino non sono mai stata.
Dopo Berlino partenza per Köln, dove rivedró le mie figlie, Verena e Julia e finalmente rivedró anche il mio nipotino Carlo.
A Köln farò una pausa di alcuni giorni.
Nel ritorno, penso di fare una capatina sul lago di Kostanza perchè  ho vissuto in quei posti per quasi venti anni e mi fa piacere rivederli.
A questo punto dovró decidere, se tornare in Italia , via Lugano o via Monaco.
Perché? Perché mia figlia Monica che vive a Salisburgo ( al momento é in vacanza in Grecia) mi ha pregata di passare da lei.  Non so ancora che cosa decideró. Dipenderá dalla situazione del momento.
Viaggiare con mia sorella é molto divertente, perció spero che il viaggio ci regali molte impressioni piacevoli da portarci a casa come un souvenir.

°°°°°
G. Torboli
Settembre 2013


martedì 10 settembre 2013

In Toscana





Ho trascorso quattro giorni di vacanza  in Toscana.
Non ho parole per descrivere la gioia provata. È stata la vacanza  piú bella della mia vita.
A Castagneto Carducci, nascosta fra le colline e fronte mare,  si trova la casetta che mi ha ospitata.
Il panorama, come l’ho visto, mi ha lasciata senza fiato. Mi ha messo in stato di „sogno o son desta ?" per tutto il tempo. A mio avviso, non  solo la bellezza  del panorama ma anche la magia del posto, hanno contribuito a questa mia sensazione di felicitá.
Ero sola, nel silenzio vivace  della natura.

Nel silenzio

L’ ultimo raggio di sole
s’attarda all’orizzonte,
rischiara di un lieve  rosato
il mare e il cielo.

La valle s’accende
di piccole luci,
il bosco scompare
in sagome scure.

Il canto dei grilli,
rompe il silenzio,
alcuni pipistrelli
volano a bassa quota.

Il grande pino marino
guarda verso il mare,
avvolto nel buio, riposa
e dona alla notte il suo profumo.

°°°°°
Graziella Torboli
Settembre 2013 


lunedì 2 settembre 2013

La Paura


La paura


Vorrei provare a definire la „paura“
I sintomi della paura sono innumerevoli come lo sono le sue fonti.
Ognuno di noi porta in se le sue paure. Alcune le conosciamo altre rimangono nel retroscena al buio. Poi ci sono „ le paure delle paure“, che io definisco „ paure alla seconda o al quadrato“.
Chi afferma di non aver paura, a mio avviso si trova appunto nella fase di „ paura alla seconda.
Chi prova „paura alla seconda“ é colui o colei che non accetta  la sua paura ed escogita di tutto per nasconderla. Questa manovra suscita in lui o lei la paura di venir scoperto. Di conseguenza, la paura diventa paura della paura.

Le piú grandi e piú comuni paure sono: la paura di morire e la paura di vivere.
La paura di morire é una paura umana. La consapevolezza  che un giorno cesseremo di essere e diventeremo polvere, ci fa sentire impotenti davanti alla Vita.
È forse questa una ragione che puó far nascere in noi la paura di vivere?
A parer mio, tutte le altre paure derivano dalla mancanza  di amore.
Non voglio discutere di chi ha avuto di piú o di meno perché non c’é nessuno al mondo che puó dire di aver avuto ogni cosa. A tutti noi é mancato qualche cosa. Molte cose dobbiamo cercarle  o scoprirle. La vita ci da innumerevoli possibilitá, giorno dopo giorno.
Le carenze d’amore subite sono una cosa molto triste e ingiusta.
Ma la piú grande ingiustizia e quella di cui noi stessi siamo gli artefici, quella che non ci fa riconoscere l’amore in noi e fuori di noi.
Non cercare l’amore fa sentire soli.
Sentirsi soli mette paura.

°°°°°
Graziella Torboli
Settembre 2013

sabato 24 agosto 2013

Ein Thema, ein Gesichtspunkt




Das Problem der Macht

„Er sagte, er wolle seine sexuelle Gelüste überwinden, um sich besser auf seine Arbeit konzentrieren zu können.“
Dazu muß man das Problem der Macht in seinem ganzen Ausmaß und seiner Kompliziertheit verstehen.
Die sexuellen Gelüste aufzugeben, ist relativ leicht, doch die Macht, die damit freigesetzt wird, verursacht unzählige Probleme. Eine Form von persönlicher Macht für andere Formen persönlicher Macht aufzugeben, ist Gedankenlösigkeit, die zu Beschrenkheit und Elend führt.
Die Macht in ihren verschiedenen  Erscheinungsformen muss verstanden werden.
Die Askese, eine Entschiedene Enthaltsamkeit, eine kalkulierte und kontrollierte Ablehnung, setzt grosse persönliche Macht frei:
Doch wie bedeutend sie auch sein mag, sie ist selbstbeschränkend, eng und begrenzend. Eine solche macht ist exklusiv und trennend, und kann daher nie zu einem Verstehen des Ganzen führen, und ohne dieses sind Konflikt, Kummer und Zwietracht  unvermeidlich. Diese Begierde nach Macht ist eine Form von Sicherheit: und nur in der Unsicherheit, die nicht das Gegenteil von Sicherheit ist, ist ein Verstehen möglich. Der Intellekt sucht Macht auf indirektem Wege: durch Schlauheit, Brillanz und Gelersamkeit; durch die Vorherrschaft der Vernunft und des Denkens; durch Theorien und Formulierungen: durch politisches und gesellschaftliches Prestige; durch religiöse und wirtschaftliche  Organisationen. Offen oder verstohlen sucht der Intellekt immer Sicherheit, denn Sicherheit bedeutet  persönliche Macht. Der Intellekt ist der Sitz der Selbsterhöhung und des Wünsches nach persönlichem Stillstand, er ist die Quelle der Widersprüchlichkeit, und alle seine Probleme mit ihren Antworten sind seine eigene Schöpfung auf seiner Suche nach Sicherheit, nach Macht.
Diese Suche, sei sie heimlich oder offen, schafft in den Beziehungen die komplexen menschlichen Probleme von Habgier, Neid, Angst und so weiter. Sich sexueller und anderer Formen der Macht zu enthalten, ohne die Wege der Macht zu verstehen, verleiht den geheimen Begierden nur noch grössere Stärke.
Nochmals, es steckt eine außerordentliche Macht in Emotionen, in Gefühlsseligkeit, in Romantisierung, in der Phantasie. Diese Formen der Macht manifestieren sich in verschiedenen  Aktivitäten,  in religiösen und sozialen, individuellen und kollektiven, nationalen und ethnischen Aktivitäten.
Wenn Macht sich im Gefühlhaften konzentriert, wird sie außerordentlich verwerflich  und gefährlich und führt zu allen möglichen Katastrophen. Außerdem gibt die Enthaltsamkeit, die der Suche nach Macht, nach Sicherheit entspringt, dem physischen Organismus grosse Energie und betont den Wert des Sinnlichen. Alle diese Vorgänge bringen ihre eigene besondern Probleme mit sich, deren Lösungen unvermeidlich  partiell, unvollständig und somit falsch sein müssen.
Wenn man sich nun des komplexen Problems der Macht bewusst wird, indem man es ohne Identifikation oder Urteil ruhig beobachtet, dann stellt sich ein Verstehen ein, in dem die Ursache-Wirkung der Macht erkannt und überwunden wird. Und wenn die Abwehrmachanismen, die der Intellekt aufgebaut hat, niedergerissen werden, wenn sie verstanden werden und immer, wenn sie aufkommen, aufgelöst werden, dann kommt unmerklich, unwissentlich die Liebe. Ohne Liebe können die viele Formen der Macht mit ihren Konflikten, ihrer Verwirrung und Zwietracht  neimals überwunden werden. In diese Flamme der Liebe wird die Komplexe Begierde nach Macht völlig aufgezehrt.
Die Begierde nach Macht zu verstehen, das ist viel anstrengender, als sie zu disziplinieren, und eine solche Disziplin ist letzlich selbstbeschränkend, einengend und begrenzend. Das Unermeßliche, das Unerkennbare wird nur in der Liebe erkannt, niemals durch die tiefen, subtilen Abwehrmachanismen des Intellekts. In dem hochempfindlichen Zustand, der mit dem Schweigen des Intellekts kommt, wenn die Vernunft sich erschöpft hat, gibt sich diese Liebe, die alle Probleme auflöst, zu erkennen. Es ist diese Liebe, die man verspüren und verstehen muss.

°°°°°
aus dem Buch- Vollkommene Freiheit von Juddi Krishnamurti


giovedì 22 agosto 2013

al mattino




Stormi di pensieri,
pari a uccelli vaganti,
nuvole sparse, accumulate,
oscurano il sole,
l’azzurro del cielo.

Stormi di pensieri
lontani, all’orizzonte,
svaniscono nell’aurora,
di un nuovo giorno.

°°°°°
G.Torboli
agosto 2013

giovedì 8 agosto 2013

l'ascolto



Comunicazione

Parlare con qualcuno che ascolta é uno scambio di energia.
Parlare con qualcuno che non ascolta é uno spreco di energia.
Il bisogno di parlare é  bisogno di comunicare. La corsa alla comunicazione, se cosí vogliamo chiamarla, viene provocata quando uno dei due non ascolta o interpreta le parole dell’altro. Una corsa senza traguardo. Non si arriva mai.
L’ascolto é interesse umano. È amore.
Non tanto la parola quanto l’ascolto é il fattore essenziale per la comunicazione.

°°°°°
Graziella Torboli
Agosto 2013

mercoledì 7 agosto 2013

I pomodori

Oggi si é compiuta la giornata della salsa di pomodoro!!
Alle sette di questa mattina, quattro di noi piú due bambini hanno lavorato sodo fino all'una.
Duecentocinquanta chili di pomodori lavati , tagliati, cotti , passati e suddivisi in tanti vasetti con il basilico fresco.
Abbiamo lavorato all'aperto ma per fortuna il sole non ci ha bruciati. Banchi di nuvole passeggere ci hanno reso il lavoro quasi un divertimento!!
Che cosa abbiamo mangiato a pranzo? Orrecchiette al pomodoro con l'aggiunta di un profumato formaggio pecorino.
Ora tutti i vasetti stanno bollendo in due grandi recipienti dove rimarranno tutta la notte. Domani la salsa sará pronta da riporre.
Queste giornate di lavoro in famiglia sono veramente da consigliare a tutti.
Ora peró mi  sto godendo un meritato riposo.
Fuori, le cicale non si danno pace. Fa ancora molto caldo.

°°°°°
Graziella Torboli
agosto 2013




domenica 28 luglio 2013

Sabato al fiume

E' arrivato il caldo! Quí, in pianura dove abito, fa caldo ed é umido. Difficile da sopportare.
Andare al fiume é una soluzione ideale.
Ieri sono andata al fiume con mia figlia, suo marito e cinque nipotini .
Il fiume Trebbia scorre in una valle, costeggiato da stupende alture rocciose che si alternano a fitti boschi. La forma serpentina del suo corso, ha fatto si, che quá e lá si formassero delle romantiche spiaggette. Le spiagge sono sassose e brulle.
Seduta su una di queste spiaggette, potevo ammirare due rami del fiume che si univano formando allegre cascatelle provocate dai grandi massi che in parte formavano il letto del fiume.
C'erano poi anche delle parti piú profonde, dove si poteva nuotare. Io, adoro passeggiare in un fiume.
L' acqua era fresca e limpida.
Difronte a me, l' altra sponda  era formata da una montagna che si ergeva boscosa verso il cielo azzurro.
Le cicale facevano un tale chiasso da soverchiare ogni rumore intorno.
Il loro monotono concerto invitava alla meditazione.
Ho trascorso il tempo guardando l'acqua che scorreva,  ascoltanto le cicale e ammirando l' azzurro del cielo.
Di tanto in tanto venivo interrotta dai giochi e dalle grida dei miei nipotini.
La pizza, distribuita  a pranzo da mia figlia, ci ha riuniti sotto gli ombrelloni. Infine ci siamo gustati una bella fetta di anguria gocciolante e dolce.
Ho trascorso una giornata piena di felicitá.

°°°°°
Graziella Torboli
luglio 2013 

venerdì 19 luglio 2013

un " Buon giorno"

La Realtá é un arcobaleno.
Mostra i suoi colori ma lascia solo intravvedere  le sue innumerevoli sfumature.

°°°°°
G. Torboli
2013

mercoledì 17 luglio 2013

Cecitá



Sono turbata. Il mio Ego non mi permette di vedere le cose come sono in Realtá.
Disturba la mia vista, si intromette, mi condiziona.
Voglio capire, voglio scoprire il perché.
L' Ego é difficile da identificare, ha tante maschere.

°°°°°
Graziella Torboli
2013

lunedì 15 luglio 2013

Philosophie und Mathematik


Philosophie steht geschrieben in diesem grossen Buch - ich meine das Universum -, das für
unseren Blick immer aufgeschlagen ist, aber nicht verstanden werden kann, wenn man nicht zuerst lernt, sowohl die Sprache zu verstehen, in der es geschrieben ist, als auch die Zeichen zu interpretieren.
Es ist in der Sprache der Mathematik verfasst, und seine Zeichen sind Dreiecke, Kreise und andere geometrische Figuren, ohne die es menschlich unmöglich ist, ein einziges Wort davon zu verstehen;
ohne sie wandert man in einem dunklen Labyrinth.

°°°°°
Galileo Galilei (1564-1642)

venerdì 12 luglio 2013

Bhagavad Gita


Lieben heisst, mich zu kennen,
Meine innerste Natur,
Die Wahrheit, die ich bin.

°°°°°
Bhagavad Gita ( 5. Jh. v. Chr.)

giovedì 11 luglio 2013

Estate

È una sera tiepida e ventilata.
Sona seduta sul mio dondolo e mi riposo dopo una faticosa e molto calda giornata.
Oggi, insieme a mia figlia ho imbiancato la mia cucina-tinello.
Abbiamo faticato un pó ma il risultato ci ha soddisfatte.
Imbrunisce. Fra poco sará buio. Alcune zanzare mi infastidiscono.
Sento i bambini dei vicini gridare mentre giocano al pallone. Un cane abbaia, un'altro
risponde. Gli uccelli non volano piú, ma le stelle ancora non si vedono.
E´un momento magico.

°°°°°

Graziella Torboli
luglio 2013

Per Lui



ti ho lasciato perché ti amavo,
ti ho lasciato perché mi amavo,
ti ho lasciato per rivedere
l'azzurro del cielo.


°°°°°
Graziella Torboli 
luglio 2013

mercoledì 3 luglio 2013

Mia vita




Oh, vita mia,
che ora per ora fuggi,
mi sgomenta la tua fretta,
i miei occhi vogliono vederti,
la mia anima vuol seguirti,
tu fuggi, io ti rincorro invano,
non mi basta una vita per viverti,
non mi basta una vita per vivermi.

°°°°°
Graziella Torboli
3 Luglio 2013

giovedì 27 giugno 2013

al mare

Sono in riva al mare, adagiata sulla sabbia calda.
Guardo il cielo. Azzurro, azzurro, azzurro !
Si perde il mio sguardo, la luce mi abbaglia. Chiudo gli occhi e lascio scendere le lacrime lucenti.
Guardo il cielo. Un punto nero si muove. Vola qua e la´. Sembra un uccello. Poi si ferma in un punto come un Falco alla vista di una preda.
Guardo ancora e riconosco un aquilone. Alto, su nel cielo. Il filo che lo trattiene é invisibile.
Il mio pensiero vola con lui. Forse anch' io sono come un aquilone? Legata ad un filo invisibile che mi lascia volare ma che mi dá solo un apparenza di libertá ? un illusione di volare?
Devo rifletterci.


°°°°°
Graziella Torboli 2013

sabato 8 giugno 2013

una fase della vita




Vivo in una bolla d’aria,
una parete invisibile mi avvolge,
mi rinchiude, mi protegge,

mi lascio sospingere dal vento,
su nel cielo, vicino al sole,
su nel cielo, vicino alle stelle,

sfido falchi ed aquile,
sorrido alle comete,
mi specchio nei grandi mari,

la bolla d’aria non ha porte,
nessuno puó tenermi compagnia.

°°°°°
Graziella Torboli
8 giugno 2013 

giovedì 30 maggio 2013

un pomeriggio







Dopo il temporale ed una abbondante grandinata, il cielo ancora occupato da grandi nuvoloni non da segno di far trapelare un raggio di sole.
Una leggera pioggia ticchetta contro le mie finestre, persistente e noiosa.
Guardo fuori e sento freddo. Penso come passare un pomeriggio cosí poco allettante.
„ Oggi voglio cucire i sacchettini per Gerhard, li aspetta da tempo.“ Sono scesa in cantina per prendere le stoffe.
Poi ho acceso il fuoco nella  stufa a legna. „Ora manca solo la musica. Il concerto per Pianoforte di Beethoven  é quello che ci vuole“. Ho messo il CD nel lettore.
Ho inizaito a cucire  ed a tagliuzzare  stoffe colorate . Il fuoco scoppietta. La musica di Beethoven mi avvolge  in una sfera di felicitá. I pensieri si fanno leggeri e volano qua e lá, come farfalle.
Provo una grande gioia.
Il ticchettio della pioggia si é interrotto.

°°°°
Graziella Torboli
2013



lunedì 27 maggio 2013

Crescere



Un magico pennello,
dipinge gli attimi della vita,
che si susseguono, si mischiano,
dando vita a nuovi colori.

°°°°

G.Torboli
maggio 2013

sabato 25 maggio 2013

Spinoza - Lehrsatz 57





Der Hochmütige liebt die Nähe von Schmarotzern oder Schmeichlern,
hasst aber die Edelgesinnten.

Hochmut ist Lust, daraus entsprungen, dass der Mensch eine bessere Meinung von sich hat, als recht ist.
Es würde zu weit führen, wenn ich hier alle Übel des Hochmuts aufzählen wollte, da ja die Hochmutigen allen Affekten unterworfen sind, aber keine Affekten weniger als denen der Liebe und Barmherzigkeit.
Indessen darf hier nicht verschwiegen werden, dass auch derjenige hochmütig genannt wird, der von anderen Menschen eine geringere Meinung hat, als recht ist.

In diesem Sinne also ist Hochmut zu definieren als Lust, entsprungen aus der falschen Meinung, dass ein Mensch über die anderen erhaben dünkt. Der diesem Hochmut gegenüberstehende Kleinmut wäre zu definieren als Unlust, entsprungen aus der falschen Meinung, dass ein Mensch sich geringer als andere wähnt.
Bei dieser Auffassung ist es leicht begreiflich, dass der Hochmütige notwendig missgünstig ist und diejenigen besonders hasst, die wegen ihre Tugend sehr gepriesen werden; dass sein Hass nicht leicht durch Liebe oder Wohltaten besiegt wird; und dass ihm nur die Nähe derjenigen Freude macht, die die Schwäche seines Gemüts hätscheln und ihn aus einem Toren zum Narren machen.

°°°°
aus "Die Ethik" von Spinoza (1632-1677)

giovedì 23 maggio 2013

a Giuseppe Verdi



La forza della vita,
irrompe dalla tua musica,
tale un fuoco d'artificio.

Allegria, dramma,
tenere melodie, profonda tristezza,
avvolgono il cuore
in manti di passione.

Esultano il corpo e l'anima
alle danzanti note,
tutto é in movimento,
i suoni intorno a noi e dentro noi.

In questo incanto,
cessiamo di essere,
diventiamo musica,
"la tua musica", la nostra musica.

°°°°
Graziella Torboli
 2013

venerdì 17 maggio 2013

Ho pensato ad una cosa

Oggi ho pensato ad una cosa.
Che differenza c'é fra il presuntuoso ed il vanitoso?
Ci sarebbe molto da dire, ma spesso dire troppo é come dire niente.
A me piace riflettere ed esprimere semplicemente un'immagine .
A mio parere, la differenza fra un presuntuoso ed un vanitoso sta nel fatto, che
il presuntuoso si autoconvince della sua superioritá, fa tutto da solo,
mentre il vanitoso, brama e pretende continuamente conferme dagli altri.
Ci sarebbe molto da discutere su queste due immagini ma é bello anche  rifletterci da soli.

°°°°
G,Torboli
2013



giovedì 16 maggio 2013

I pensieri


Pensieri

Segui nel cielo,
il volo di un uccello,
non sai dove va,
ne da dove viene,
segui il pensiero,
che in noi le sue ali spiega,
non sai da dove viene,
non sai dove va,
come uccelli vaganti
volano i pensieri,
gioiosi, tristi, passati,
si intrecciano e confondono,
ma volano leggeri,
vanno e vengono.

°°°°°
G. Torboli
maggio 2013

domenica 14 aprile 2013

al mio nipotino


Notte stellata e tiepida,
aria di primavera,
nel silenzio della notte
che di mille profumi si inebria,
ballano e cantano, gli Elfi
i Folletti e le Fate,
" Oggi é nata una nuova stella !"
cantano in coro,
È nato il piccolo Carlo !!

14 Aprile 2013

Eine Gedanke

Ich habe mich gefragt:

wie würde das Bild der Gegenwart ohne die Schablone
der Vergangenheit aussehen?

°°°°°
G.Torboli 
2013

giovedì 11 aprile 2013

un pensiero

Quando inganni qualcuno,
sai ció che guadagni ma non saprai mai quanto perdi.

°°°°°
Livia Torboli - Musicista
aprile 2013

martedì 9 aprile 2013

Das Element


Gedanken an der Baustelle



Ich sitze draußen auf einen Stein in der nähe einer Baustelle.
Ich warte. Ich muß eine Stunde warten.
Die Sonne scheint, der Wind weht, die Schmetterlingen flattern um mich herum.
Ein Bagger baggert tüchtig an die Baustelle.
Es ist Sommer, es ist warm.
Ich spiele mit den Wind, mit der Sonne, mit den Gedanken und mit den Steine.
Viele Gedanken beschäftigen mich.
Ich muss nachdenken, ich will nachdenken, ich will nicht denken.
Nun spiele ich mit den Steinen und schreibe mit den Steinen.
Mit ein kleinen rote Stein kritzele ich ein andere Stein.
Rote Streife auf graue Stein.
Ich kritzele auf Papier, keine rote Streife aufs Papier.
Ich kritzele aufs Holz, keine rote Streife aufs Holz.
Ich kritzele auf dem Stein, wieder rote Streifen.
Es fällt mir etwas ein:
Das passende Element zu finden, ermöglicht uns die Ausübung unsere Eigenschaften.

°°°°°

Graziella Torboli 
1989

lunedì 8 aprile 2013

Alp-traum


Alp-traum

Ein Sonnenaufgang,
dich zu lieben,

ein Sternenhimmel.
deine Worte,

ein Abgrund,
deine Lügen.

°°°°°

Graziella Torboli
8 aprile 2013

mercoledì 3 aprile 2013

L' invidia


L'invidia ignora i suoi talenti, soffre di quelli altrui.
Si sente abietta, incapace e sfortunata.

Ma.....................

È insinuante e lusinghiera,
piange e ride se conviene,
fa moine e finge insieme,
Morde cuori, annebbia menti,
non risparmia i piú potenti
e gioisce ai lamenti.

Una Jena travestita
di bontá e accondiscenza,
si nasconde con furbizia,
si trasforma con malizia.

Fiammeggianti gli occhi suoi,
rossi , vividi e ghignanti,
un'enorme lingua verde,
dal suo muso pende e sbava,
le sue zampe hanno artigli
tali a mostri incombenti.
La sua coda é tutta spine,
che si muove a destra, a manca,
e ferisce con destrezza
chi vuol farle una carezza.

Se la incontri per la via
guarda bene e fuggi via,
non potrai dimenticarla,
ma potrai bensí scansarla.

Chi l'invidia porta in sé,
sparge molta insicurezza,
ed agisce con certezza,
contro Te e la tua saggezza.

°°°°°
Graziella Torboli
aprile, 2013






domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua





a tutti i miei amici, buona Pasqua e buona primavera!!! Oggi splende finalmente il sole!!!!

sabato 23 marzo 2013

una differenza

Che differenza c'é fra  attenzione e  controllo?

La prima é una presenza spirituale, la seconda, una valutazione materiale.

°°°°°
Graziella Torboli
marzo 2013

il silenzio

Una definizione confutabile.

Cosa é il silenzio? Dove é il silenzio?
Chi ha mai vissuto il vero silenzio?
Nella natura non c'é silenzio,
nel mare non c'é silenzio,
nel deserto non c'é silenzio.
In noi non c'é silenzio,
la vita non é silenzio,
il silenzio non esiste.
Il vero silenzio ci farebbe paura,
perché non lo conosciamo.
Il silenzio che noi conosciamo non é assoluto.
Sulla nostra terra non esiste il silenzio perché tutto si muove.
La vita non é silenziosa.
La morte é silenzio?
Non lo sappiamo, cosí non possiamo ne confermare, ne escludere.
Quando parliamo del silenzio, parliamo di una cosa che non conosciamo.


°°°°°

Graziella Torboli
marzo 2013

venerdì 22 marzo 2013

Seduzione

"L'Arte di sedurre",  é sí  molto efficace, ma manca di autenticitá.
È come la bugia, ha la gambe corte........non va lontano.

°°°°°
G. Torboli
marzo 2013

giovedì 21 marzo 2013

borsette primavera




















Questa settimana mi sono trastullata a fare borsette. Aspettando la primavera ho pensato di colorare le mie giornate con i colori delle stoffe. Penso che piaceranno alle mie nipotine ed anche alle mie figlie. Una, l'ho fatta anche per me.

°°°°°

G. Torboli
2013


domenica 17 marzo 2013

Eine Weisheit von Laotse

Derjenige, der andere kennt,
ist weise;
derjenige, der sich selbst kennt,
ist erleuchtet.

°°°°°
Laotse

mercoledì 13 marzo 2013

Lettera di Seneca

A Lucilio

Tu mi chiedi consiglio, di volta in volta, su singole questioni, dimenticando che ci separa il vasto mare.
Poiché il valore di un consiglio, in gran parte, risiede nella sua tempestivitá, avviene necessariamente che il mio parere sui vari problemi ti giunga quando ormai é preferibile il parere contrario.
I consigli devono adattarsi alla realtá, e questa cambia, anzi si evolve turbinosamente. Ecco perché il consiglio deve potersi dare nel giorno stesso del bisogno. E anche cosí puó giungere troppo tardi: deve, come suol dirsi, essere sempre a portata di mano. Ti spiegheró ora come potrai trovarlo da te. Ogni volta che vorrai sapere ció che bisogna fuggire o cercare, volgi lo sguardo al sommo bene, fine di tutta la tua vita. Tutte le nostre azioni devono essere in armonia con esso. Non saprá ordinare i particolari se non chi ha giá una visione d'insieme di tutta la sua vita. Nessun pittore, per quanto abbia pronti tutti i colori, potrá ritrarre qualcosa se non conosce l'oggetto che vuol rappresentare. Noi tutti siamo in errore, poiché prendiamo sempre le nostre decisioni sui particolari della vita, mai su tutta la vita. Chi vuol scagliare il dardo deve sapere qual é il bersaglio; e allora potrá prendere la mira e regolare con la mano il tiro. I consigli umani sono fallaci perché non hanno una meta a cui dirigersi.  Nessun vento é favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare. Gran parte della nostra vita é in balia del caso, poiché noi viviamo a caso. Avviene talora che certi individui ignorino di possedere giá alcune veritá.  Come spesso noi andiamo cercando proprio le persone che ci stanno accanto, cosí, il piú delle volte, ignoriamo il sommo bene, che é il nostro fine: eppure ci sta davanti. Per definire il sommo bene non ci sará bisogno di molte parole, né di lunghe circonlocuzioni. Puoi, per cosí dire, mostrarlo a dito, senza sminuzzarlo in tante parti. Che utilitá hanno tutte queste suddivisioni? Puoi dire semplicemente:- Il sommo bene é l'onestá-. Se ti persuaderai di questa veritá, e se amerai appassionatamente la virtú, tutto ció che essa toccherá, qualunque sia l'opinione degli altri, ti porterá fortuna e felicitá.

Seneca 62 65 d.C.

martedì 12 marzo 2013

il vuoto

Il vuoto

Svaniscono i pensieri,
Nel vuoto
Riposa la mente,
Nel vuoto
Felicitá senza nome,
Nel vuoto
Senza barriere,
Nel vuoto
Finalmente volare,
Nel vuoto.

°°°°°

Graziella Torboli
12 marzo 2013

venerdì 8 marzo 2013

l' occhio del ciclone


trovarsi nell'occhio del ciclone,
sospesi, disperati,
avvolti da torbide spirali,
alla mercé di una forza distruttiva.

Tutto smette di essere,
inutile la volontá,
svanisce il pensiero,
prigionieri invisibili,

Il corpo é un pulviscolo
sbattuto a terra fra i rottami,
solo i battiti del cuore sopravvivono.

°°°°°

Graziella Torboli
8 marzo 2013

venerdì 1 marzo 2013

marzo

1 . 3 .  13

Mi piace tanto questa data e mi piacciono questi numeri. La primavera é alle porte.
A marzo ricomincia la vita. Non so perché, mi mette gioia al cuore.
Ho voglia di luce, di sole.
È stato un inverno lungo, grigio e freddo.
A Est il cielo é leggermente rosato, sta sorgendo il sole! Evviva !
Auguro a tutti una lucente, e rosata primavera.

°°°°°

G.T. 2013

lunedì 25 febbraio 2013

Piccolo diario di viaggio


Piccolo diario

Il dodici febbraio sono partita in macchina da Castello. Nevicava ed ero un pó preoccupata per lo stato della strada. Tutto andó bene. Arrivata a Verona dove abita mia sorella, mi sono fermata due giorni. Un pó per stare con lei ed anche per andare da uno steopata per farmi fare un massaggio energetico. Con tutto quello che avevo in mente di fare, mi sarebbe servito.
Il quattordici febbraio , mia sorella mi ha accompagnata alla Stazione die treni.
Alle nove di mattina sono partita per Salisburgo. Continuava a nevicare.
Arrivata a Salisburgo sono stata accolta da mia figlia. A casa sua bevemmo un caffé ed uscimmo di nuovo per farci un giro in questa bellissima cittá. Faceva molto freddo. La vista dal ponte sul fiume Salzsach mi affascinó. Questo grande fiume che argenteo serpeggia fra castelli e parchi, dove una lieve foschia e la neve  rendeva il panorama quasi irreale. Non di meno, la Grande fortezza bianca e illuminata, che dall’alto del monte sembra voler dominare tutta la cittá. Quasi non si sentiva nemmeno il freddo, tanto quel posto era bello e suggestivo.
Il giorno dopo la neve scendeva piú fitta che mai. Girammo per la cittá e in vari negozi. Andammo alla stazione per comperare il mio biglietto per Monaco e per vedere gli orari. Dovevo informare mia cognata a che ora sarei arrivata da lei.
Sabato mattina aveva inizio il Seminario di Numerologia che i miei figli mi avevano regalato e per il quale ero andata a Salisburgo.
Mia figlia ed io partimmo di buon ora.
Dopo nove ore di Pentagrammi e numeri io avevo la testa in fiamme. Tornammo a casa. Cucinammo la cena ma non parlammo di ció che avevamo imparato. Tutte due eravamo molto affaticate e per non aggravare la nostra capacitá selettiva ci imponemmo di parlare d’altro.
Domenica, altre otto ore di Pentagrammi, numeri, e di energetica.
Ho vissuto questo seminario come un sogno. I numeri mi affascinano da sempre.
La sera ci coricammo presto. Eravamo molto stanche. Il lunedí, ultimo giorno, parlammo finalmente di ció che avevamo appreso e insieme andammo in cittá per fare degli acquisti. Un libro sulla numerologia.
Nevicava sempre.
Martedí mattina, prendemmo l’autobus per andare alla stazione. Io dovevo partire per Monaco, lei doveva andare all’ aeroporto perché partiva per Colonia. Ci salutammo con caldi abbracci.
Arrivai a Monaco a mezzogiorno.Mia cognata mi aspettava alla stazione.
Come fummo a casa sua mi disse se la potevo aiutare a preparare le tartine per 50 persone. La sera c’era una festa e lei si era impegnata per fare questo lavoro. Ci sedemmo in cucina  per circa tre ore. Quando tutto fu pronto ci preparammo per andare alla festa. Dovevamo arrivare prima degli ospiti per preparare le tavole e i piatti con le tartine. Tutto andó bene e dopo aver sparecchiato e riordinato ce ne tornammo a casa. A mezzanotte ero a letto, stanca ma soddisfatta.
Il giorno dopo nevicava. Dopo colazione andammo nel parco di Nymphenburg. Armate di capucci e sciarpe e camminando di buon passo, riuscimmo a fare una lunga passeggiata.
Tornate a casa, naso e guance rosse, avevamo fame. Pranzammo. Erano le quattro del pomeriggio.
La sera rimanemmo in casa a chiaccherare. Avevamo molte cose da raccontarci se si pensa che era il nostro primo incontro dopo trent’anni di silenzio.
Il giorno dopo andammo di buon’ora a Monaco cittá. Da tanto non vedevo Monaco e ne rimasi affascinata. È veramente splendida. Mangiammo canederli e gulasch in un locale tipico e mi gustai la birra bavarese.
Tornammo a casa, in tempo per riposare un’oretta, perché mia cognata aveva comperato i biglietti per un concerto.
Cosí partimmo verso le sette con la Metro alla volta della Filarmonica.
Davano „die Auferstehungssymphonie“ di Gustav Maler diretto da Zubin Metha.
Le note di questa Sinfonia mi emozionarono  fino alle lacrime. Ero sconvolta dalla gioia.
Il giorno dopo mia cognata mi riaccompagnó alla stazione e io partii alla volta di Verona.
Anche a Verona nevicava. „Ma questo inverno non vuol proprio finire“ mi dissi.
Mia sorella  venne a prendermi alla stazione.
Sabato di buon mattino, in macchina, partimmo insieme per Riva del Garda. Mia madre aveva avuto il compleanno mentre io ero a Salisburgo e volevano farle gli auguri. La sera tornammo per tempo perché mia sorella voleva andare a teatro.
Alle nove di sera stavamo sedute in un teatro a goderci lo spettacolo di quattro  musicisti armeni. Ci siamo molto divertite.
Il giorno dopo, domenica 24 febbraio sono ritornata a casa mia a Castello. Ora mi posso riposare.
Continua a nevicare.

°°°°°

Graziella Torboli
24.2.2013    

domenica 24 febbraio 2013

i politici



li guardo parlare, ascolto,
non sento nulla,
vedo solo bolle di sapone
uscire dalle loro bocche,
tante tante bolle di sapone,
grandi, piccole ed anche colorate,
le guardo volare,
le vedo sparire nell'aria
o cadere a terra
e diventare un nulla
come le loro parole.

°°°°°

G.Torboli
2013

un'idea

Noi siamo molto piú intelligenti di quello che pensiamo,

dimenticare la nostra intelligenza

é l'unica cosa stupida che facciamo.


°°°°°

G.Torboli 2013

giovedì 7 febbraio 2013

L' indifferenza


L' indifferenza

Cieca, sorda, muta,
serpeggia come una biscia,

chiude il cuore,
regala solitudine,

toglie la creatività,
regala la noia,

incute la distanza,
toglie la sapienza.

L' indifferenza,
Un muto insulto alla vita.

°°°°°

Graziella Torboli
2013

martedì 5 febbraio 2013

Riflessione 2


Autenticita’ 


La vera, autentica Etica sorge con lo sviluppo della nostra consapevolezza.
Possiamo volere di sentirci buoni, onesti, sicuri ecc. Ma lo siamo veramente  o vogliamo solo esserlo?

„Se noi abbiamo una cosa, non ci serve più di volerla.“
Noi vogliamo sempre ciò che non abbiamo.

Io penso che:
voler essere buoni, significa non esserlo,
voler essere onesti, significa non esserlo,
voler essere sinceri, significa non esserlo.
Voler essere, essere, essere..........
Quando ci imponiamo di voler "essere" perdiamo la nostra autenticità.

°°°°°

G. Torboli
Febbraio 2013

sabato 2 febbraio 2013

L ' immagine di se`

Creare di se`un' immagine
vivere un' immagine
credere ad un' immagine,

l' immagine e`un sogno
non e`una realta`
l' immagine ci nasconde
ed e`una finta verita`.

Uscire nella luce
coraggiosi e lieti,
esistere per la vita,
la nostra vita.


°°°°°

G. Torboli 
2013

mercoledì 23 gennaio 2013

Gedanke zum nachdenken

Wir erstreben nicht was gut ist,
sondern,
wir halten für gut was wir erstreben.

°°°°°
Spinoza ( die Ethik)

sabato 19 gennaio 2013

due passioni

Una delle mie passioni e`la matematica.
Da qualche anno la studio da sola. Non e' semplice ma mi piace troppo.
Ho delle difficolta' con le funzioni e le equazioni ma con pazienza ci arrivo.
La mattina presto, alle 6, o studio matematica o scrivo poesie e racconti.
Queste due passioni mi caricano di energia.
Provate anche voi!!!

venerdì 11 gennaio 2013

Riflessione





La contraddizione


E`qualcosa dentro noi
Che si muove a piacimento
e che sceglie il suo momento

Non e`saggia o intelligente
Ma oscura assai la mente

Cambia il volto ad occasione
E trasmette illusione
Rende afflitti e disperati
O vincenti e soddisfatti

La contraddizione, in se`
Ci vuol solo provocare
Sfida in noi le insicurezze
E sconvolge le certezze

Contraddirsi e´piu´che umano
Se lo scopri dentro te,
cio`che vale e`capire,
osservare ed agire.


°°°°°°

Graziella Torboli
2013




lunedì 7 gennaio 2013

Buon anno

2013

Magica notte
stellata e fredda,
un grande fuoco.

Fiamme rosse si alzano nel buio,
piccole e grandi mani si intrecciano,
formano un grande cerchio.

Occhi luminosi e ridenti
si muove il grande cerchio,
tutti cantano e ballano.

Le fiamme salgono verso il cielo
e di rosso dipingono i volti,

I rintocchi della mezzanotte ci sorprendono,
in questa folata di felicita`,
mano nella mano,



°°°°°
Graziella Torboli
2013