mercoledì 14 ottobre 2020

il mio tavolo

 

 

 

 

Il mio tavolo

Il mio tavolo, é un vecchio tavolo. Lo trovai, tanti anni fa, da una conoscente che doveva svuotare la casa di sua madre e me lo regaló. Era molto ammaccato e pronto per essere portato in discarica. Era coperto da una tavola di legno usurata dal tempo ma sorretto da quattro gambe solide e stabili. Non traballava. Mi piaque. Lo sistemai nella mia cucina dopo aver eliminato quello che c’éra, poiché questo éra diventato troppo piccolo per la famiglia. Contattai subito un falegname per far cambiare l’asse usurata e dopo poco tempo potemmo pasteggiare ad un comodo tavolo dove tutti avevano posto. Intorno al tavolo c’erano le due panche che formavano un angolo e agli altri due lati le sedie. Sulle due panche, anche loro molto solide, sedevano i miei quattro bambini e mi sentivo tranquilla perché potevano muoversi a piacere senza pericolo di tonfare a terra , come nel caso di sedere o dondolare su una sedia. Mio marito ed io, sedevamo sulle sedie ai due lati opposti. Ma la famiglia crebbe di due unitá. Col tempo mi accorsi che il tavolo rimpiccioliva. Contattai un falegname. Mi feci fare una nuova asse, grande il doppio dell’altra e anche piú larga. La parte inferiore rimase la stessa. Fu cosí che il mio tavolo crebbe con la mia famiglia. Posto per tutti! Non solo posto per sedersi ma anche per posare terrine e terrine che servivano per i pasti. Sedersi al mio tavolo era un grande piacere e pareva che anche lui godesse di esserci. I miei figli sono cresciuti giocando e mangiando e facendo i compiti a questo tavolo. E quante domeniche trascorsi, nei lunghi inverni, ad impastare sul tavolo la pasta per fare i biscotti. Biscotti casalinghi, molto semplici ma buoni. E i miei figli piú piccoli tutti intorno, o seduti al sicuro sulle panche, che si divertivano a soffiare sulla farina o volevano aiutare o aspettavano che sfornassi la prima teglia. Per non parlare delle feste di compleanno dei miei figli, quando dieci o dodici schiamazzanti invitati si stringevano intorno al tavolo per divorare torte o pizze a piacimento e cantare „ tanti auguri a te“. 

Nel periodo dell’avvento, il tavolo veniva occupato tutti i pomeriggi per preparare i regalini di Natale. Era un gran lavoro perché tutti sei i miei figli, non volevano fare solo il regalo a papá e mamma, ma anche ai loro fratellini,ai nonni e parenti vari. In tedesco,( eravamo in germania) questo lavoro si chiama Basteln, ed é molto diffuso. In italia si dice, fare dei lavoretti ma non é adeguato.per tradurre il concetto che in realtá si vuole esprimere. In questi pomeriggi, il tavolo si tramutava in una bancarella da mercatino da mille e una notte e la creativitá dei miei figli andava a mille. Dieci anni dopo, il tavolo veniva occupato da adolescenti che andavano a scuola e portavano amici a casa. Ia sera, dopo cena, intorno al grande tavolo si riunivano i miei figli e i loro amici a parlare e ridere o a discutere di qualche loro problema. Il grande tavolo ascoltava in silenzio.

Negli anni successivi, il tavolo subí alcuni traslochi ma questi cambiamenti non lo disturbarono perché ebbe sempre il posto centrale in famiglia e le stesse funzioni anche nelle nuove dimore. Solo il pubblico cambiava spesso ma questo era il suo passatempo preferito. 

Sono le sei di mattina. Sono seduta sulla panca al mio amato tavolo, siamo rimasti soli. Sono passati gli anni del rumore, ora c’é silenzio. Lo guardo come fosse un’amico mentre sorseggio il mio caffé. Guardo le cose sparse sopra di lui. Libri, stoffe, filo, forbici, macchina da cucire , il mio diario e il mio computer.. È occupato dalla mia vita. Ormai anche lui é provato dal tempo e l’asse di legno rivela i segni di un vivace passato. E proprio questi segni mi parlano ogni mattina, proprio per loro non riesco a usare tutte le mie belle tovaglie che riposano nell’armadio. Non riesco a coprirlo. Tutti questi segni mi fanno rivivere un passato pieno di vita e di creativitá e che al presente mi inondano il cuore come un caldo abbraccio. 

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 Graziella Torboli

ottobre 2020


martedì 13 ottobre 2020

riflessione all'alba

 

 

Riflessione all'alba

Mi piacerebbe tanto scoprire, quanto io sia sincera con me stessa. Vorrei vedermi allo specchio della mia anima. Sono pronta a scoprire la mia parte oscura? Sto crescendo o giustificando la parte di me che non voglio vedere? 

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Graziella Torboli 

ottobre 2020