Viola e il gatto
aneddoto di famiglia
Viola vive in una casetta ai
margini di una cittadina situata fra verdi colline.
Si era trasferinta in questa
cittadina dopo aver vissuto per alcuni anni nel centro di una grande citta`.
Lei e suo marito Giorgio, avevano deciso di acquistare una casetta con
giardino, per dar modo al loro figlio Federico di crescere in un ambiente sano
e in libertá. Per Viola, che amava la grande cittá dove era nata e cresciuta,
questa decisione non fu facile.
Viola e`una persona
singolare, dotata di un’indole solare e di una percettibilitá non comune. Sa
ascoltare, é molto paziente, ed ogni piú piccolo evento la sorprende,
l’affascina.....o la impressiona.
Adempiere ai lavori
casalinghi non e` la sua grande passione, mentre invece, arredare la casa e
curare il giardino le piace molto. Con l’aiuto del marito si erano sistemati
molto bene e lui aiutava dove poteva. Viola amava il giardino ma non aveva
molta pratica per questo lavoro, tuttavia imparó molto chiedendo consigli ai
vicini. Grazie a questo, fece amicizia un pó con tutti e imparó poco a poco
perfino a gestire un piccolo orto.
Con gli animali non aveva
dimestichezza, non aveva mai avuto modo di averne uno in casa e non gli mancava
questa compagnia, ma provava molto rispetto per loro.
Un giorno, rientrando in
casa dopo aver lavorato in giardino, vide un gatto nel vestibolo.
Lo guardó fra sorpresa e
spaventata.
Il gatto , seduto sul
pavimento la fissava.
Viola rimase ferma sulla
soglia di casa a pensare come affrontare il gatto.. Non sapeva cosa fare e
decise di tornare in giardino dove Federico stava giocando. Passeggió alcuni
minuti meditando, poi decise di telefonare a sua sorella che abitava in cittá
per chiedere un consiglio. La sorella sentendo la voce agitata di Viola si
spaventó e chiese subito che cosa fosse accaduto. „C’é un gatto in casa mia e
non so come entrare. Lui mi fissa con occhi impavidi e sta fermo nel vestibolo,
sembra deciso a non farmi entrare.“ Disse Viola tutto d’un fiato. La sorella, sorpresa e divertita, cercó di tranquillizzarla, ma non vi
riuscí. Viola continuava a ripetere che il gatto la guardava in modo strano e
le faceva paura. Viola era troppo agitata per discutere su come trattare il
gatto, e come farlo uscire di casa. Lei aveva paura dello sguardo del gatto che
sentiva imprevedibile.
Quando Viola, dopo aver
parlato con la sorella, tornó davanti alla porta di casa guardando con
circospezione nel vestibolo, il gatto era sparito.
Dove sará mai andato? Pensó
Viola, preoccupata. Poteva essere ovunque e lei non si sentiva tranquilla.
Decise di andare con
Federico a perlustrare la casa.
Piano terra, il gatto non
c’era.
Primo piano, il gatto non
c’era.
Secondo piano, nello studio
di suo marito vide il gatto, stava seduto sulla fotocopiatrice.
La vista del gatto la
spaventó e rimase ferma sulla soglia, con Federico vicino a lei
Il gatto era immobile e la
guardava. Viola fu presa dal
panico. Cosa fare?
Decise di avere pazienza e
sedette con suo figlio in una sedia a dondolo difronte al gatto. Viola pensava,
che il gatto forse era spaventato e rimanendo tutti in silenzio avrebbe
potuto comunicare con lui e
trasmettele che lei non aveva affatto cattive intenzioni, sperando cosí, che se
ne sarebbe andato. Non fu cosí. Mentre i due dondolavano lentamente, guardando
verso il gatto, lui si addormentó.
Il tempo passava e Viola si
sentiva sempre piú confusa e insicura.
Arrivó il marito dal lavoro.
Viola lo chiamó al piano superiore e li chiese aiuto per far uscire il gatto.
Giorgio, molto pragmatico, consiglió di prendere una coperta, per evitare
eventuali graffi, gettarla sul gatto e portarlo fuori. Viola reagí con un grido
di sdegno, „ Ma povero gatto, si spaventerebbe troppo“ alché, Giorgio si ritiró
dall’impresa e scese in salotto a riposare sul divano.
Viola, Federico e il gatto
rimasero soli. Il gatto si era
risvegliato e immobile sulla
fotocopiatrice, guardava con aria di sfida Viola e Federico che dondolavano lentamente
sulla sedia a dondolo.
Viola decise di chiedere
aiuto ad una vicina di casa. Le telefonó chiedendo se lei avesse un gatto. No,
rispose la vicina e chiese perché lo domandasse.
Viola le raccontó l’accaduto
e la vicina incuriosita volle andare subito da lei per valutare la situazione,
non prima peró, di aver preso del cibo per gatti da un’altra vicina .
La vicina arrivó. La scena
si svolse senza rumori improvvisi per non spaventare il gatto. Con passo felpato e a dovuta
distanza, porse gentilmente un
piattino con il cibo davanti al gatto. Il gatto non spreco´uno sguardo al cibo,
continuando a fissare Viola e la vicina.
Federico dondolava sulla
sedia e stava zitto. Giorgio dormiva in salotto a piano terra.
Viola e la vicina non
sapendo cosa fare, ebbero l’idea di fotografare il gatto e mandare la foto a
conoscenti in paese per individuare un eventuale padrone del gatto.
Ci furono molti scambi di
messaggi e varie telefonate ma non ebbero successo.
Viola rimasta sola, la
vicina dovette tornare dalla sua famiglia per cucinare la cena, si sentiva
sempre piú impotente su come uscire da quella situazione.
Stava ormai da ore nella
stanza a guardare il gatto.
Nel frattempo, la foto del
gatto aveva fatto il giro di quasi tutti i telefonini del paese e guarda caso,
un bambino lo aveva riconosciuto..
Viola venne subito contattata.
Mai una notizia fu piú liberatoria.
Arrivó il bambino e con
tutta naturalezza spiegó che il gatto apparteneva ad un suo amico. Lo
accompagnarono nella stanza e lui, senza indugio, si avvicinó alla
fotocopiatrice, prese il gatto in braccio e se ne andó soddisfatto.
Viola si sentí finalmente
sollevata e si accorse di avere fame.
Aveva dimenticato la cena.
Guardó l’ora. Erano le ore 22.
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Graziella Torboli
Agosto 2020