Il cellulare
e...noi
Ieri, mentre
aspettavo il mio turno alla cassa del supermercato, udendo parlare dietro a me
mi sono girata ed ho notato un signore di mezza etá che brontolava con il suo
cellulare. Non si capiva bene che cosa dicesse, ma si vedeva che era di umore
alterato guardando il suo cellulare. Lo scrolló e poi, senza smettere il suo
monologo, se lo mise in tasca.
Io ho pensato,
„ ha problemi con il suo cellulare“.
In effetti, sto
notando il sorgere di uno strano fenomeno. Non parliamo piú solo al telefono ma
parliamo anche con il telefonino. Ci siamo lasciati coinvolgere dall’ uso di un oggetto tecnico in modo
tale, da farlo diventare vivo.
Questo piccolo
oggetto si é evoluto, ha preso vita, e ci ha sottomessi.
Lui si é posto
al centro di tutte le nostre attenzioni ed é sempre attivo. Fa provare emozioni
di gioia quando funziona,
tristezza e rabbia, quando
non funziona. Ci fa sentire amati e desiderati, Ci fa sentire importanti,
occupando tutto il nostro tempo. Il telefonino riesce a non farci piú sentire
la noia della nostra vita. Ci fa compagnia e non é ingombrante. Si puó tenere
in tasca, nella borsa e in mano. Sí, tenerlo in mano é una cosa comune, perché
al suo squillo, non perdiamo tempo a cercarlo nella borsetta o nelle varie
tasche. Passeggiare con il telefonino é molto meno complicato che con un cane o
un bambino. Non servono sacchettini di plastica per la pupu o biberon e
giocattoli per accudire il piccolo. Non parliamo poi della noia nei campi
giochi. Stare per delle ore a guardare i bambini che giocano o dover giocare
con loro. No, questo non succede piú, perché il telefonino non ce lo permette.
Lui é al centro delle nostre attenzioni. Si danno i contentini ai bambini per
farsí che ci lascino usare il telefonino. Da quando poi si sono scoperti i
giochetti elettronici, é diventato ancora piú divertente, perché finalmente
possiamo giocare da soli anche noi. Se vogliamo osservare bene, noteremo che
ormai la gente vive con la testa abbassata su una tastiera. Perfino alla guida di un auto, o di
una bicicletta, o camminando. Pare un pubblico umiliato. Non si guarda piú
intorno. Di conseguenza, si spiegano gli innumerevoli incidenti, anche gravi.
L’ unico rumore
del telefonino viene emesso dal suo squillo, che varia secondo i nostri gusti. Essendo programmato con una grande
varietá di squilli, per esempio, un motivo musicale, un fischio, un clacson, il
verso di un’animale, ecc. si fa distinguere uno dall’altro e ci fa riconoscere
il nostro. Si, perché in un locale affollato di gente e telefonini,
diventerebbe stressante reagire ad ogni squillo del telefono dei vicini. Tanto
per fare un esempio: Immaginate la scena di un bambino che nella folla chiama
mamma ad alta voce. Quante mamme reagiranno? Tutte quelle presenti o quasi.
Mi sembra ovvio a questo punto
riconoscere, che abbiamo acquistato un padrone e che ci siamo lasciati
sottomettere. Siamo diventati degli schiavi volontari del nostro telefonino. Ci
chiama ad ogni ora del giorno e della notte, non ha nessun rispetto per gli
spazi altrui, si intromette in ogni conversazione disturbando senza tregua. Ma
noi lo amiamo! Non ci lamentiamo mai, perché lui é diventato indispensabile.
Quando si mette
in pausa, cioé, quando per una ragione qualunque non lascia udire il suo
squillo o non si attiva, inizia il
nostro calvario. La domanda „ perché tace?“ Il panico ci invade, la mente
vomita pensieri tragici, il cuore aumenta le palpitazioni e la ipertensione é
alla porta. „Perché mi ha abbandonato?“ ci si chiede. „Cosa gli ho fatto?“
L’attesa ansiosa dello squillo é interminabile. Senza quello squillo, il
telefonino si tramuta in un oggetto inanime, che ci spaventa come un lutto
inatteso. Non sappiamo piú dove mettere le mani, con chi parlare, cosa
fare. Ci sentiamo tagliati fuori dal mondo, come piombati in un deserto.
Viviamo
l’abbandono, la solitudine, la noia, e la nostra autostima si rifugia in
cantina. E tenendo l’oggetto inanime fra le nostre mani, ci domandiamo “ E ora cosa
faccio? Sento un grande vuoto dentro di me, che senso ha la mia vita ormai?“
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Graziella
Torboli
Novembre 2016