lunedì 31 ottobre 2016

osservazione



Osservazione


Ci sono degli esseri tanto poveri di vita, che diventano ghiotti  della vita altrui.
Sono esseri insaziabili e insoddisfatti.
Dobbiamo imparare a difenderci da coloro che si nutrono della nostra forza vitale.


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Graziella Torboli

31 ottobre 2016

venerdì 28 ottobre 2016

Sentirsi vivi



Sentirsi vivi


„Sentirsi vivi“ richiede un profondo silenzio, dentro e fuori di noi.
Un silenzio che ci da modo di trascendere dal giornaliero e comunicare con la natura.
„ Sentirsi vivi“ implica amore per la vita, che ci vien dato dalla natura quando ci identifichiamo con lei.
„ Sentirsi vivi“ é abbracciare la vita intorno a noi e poi lasciarla andare.

La vita vuole la  libertá di essere , solo allora si dimostra riconoscente, regalandoci una sensazione,  che io chiamo „ la gioia senza una ragione „.
Una gioia inaspettata, immensa che invade  l’anima e per un attimo ci fa conoscere il paradiso.
„ La gioia senza ragione“ é un dono della natura a tutti noi, che si manifesta nei momenti piú impensati e ci dimostra che cosa sia la Felicitá.
A parer mio, questo é   „ sentirsi vivi“.

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Graziella Torboli

28 ott. 2016

venerdì 14 ottobre 2016

Un pensiero sul telefono


Il telefono

Lui mi chiese: Perché non hai risposto quando ti ho fatto uno squillo? Io risposi: Non potevo.
 „ma come non potevi ?“ incalzó lui, "bastava un minuto del tuo tempo per farti sentire."

Il telefono squilla sempre, in ogni momento della giornata . Non considera il momento giusto, lui squilla e ci obbliga a prendere la decisione,  se rispondere o meno.
A volte , secondo il luogo o la situazione in cui ci troviamo , rispondere porta delle difficoltá oppure  non abbiamo voglia di rispondere. Se non si risponde,  porta un conflitto , perché ci obbliga a trovare delle scuse o ci fa provare dei sensi di colpa per non averlo fatto. Sta di fatto, che quando il telefono squilla ci trascina  a fare ció che lui vuole. Un vero dittatore.
Si intromette in ogni situazione e noi gli diamo retta. Nessuno e niente come lo quillo del telefono riesce a dirigerci a obbligarci e a sedurci. Sta invadendo la nostra vita,  rubandoci il pensiero ed il tempo.
A mio parere, non é piú un mezzo per comunicare ma si é trasformato in un mezzo per nascondersi...... per evitare gli sguardi delle persone, di scambio personale,  di conoscenza.
Non ci si parla piú guardandosi negli occhi ma si risolve tutto con una telefonata o con un messaggio.
Il telefono é  diventato un mondo vagante  e ognuno ha il suo. Un mondo virtuale ha sostituito il mondo reale. 
Ovunque si vada, si incontra per la maggior parte gente che parla al telefono o gioca con il telefono. Adulti e bambini sono occupati con il loro mondo virtuale e non hanno tempo per altro. Almeno cosí sembra.  Potrei elencare ogni situazione giornaliera dove il telefono prende la prima posizione. 

Il nostro tempo é la nostra vita  e sarebbe utile usare il nostro tempo per crescere, riflettendo e comunicando in modo reale con i nostri simili. E non dovremmo privarci di questi momenti per darli in pasto al telefono. Ma cosa é mai questa frenesia telefonica? Sta diventando una fuga alla solitudine? Ad una solitudine che nel nostro presente si é classificata al primo posto? Ma come possiamo sentirci soli con un mezzo di comunicazione cosí efficiente? Allora non puó essere il mezzo giusto........ ho pensato.

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Graziella Torboli
14 ottobre 2016