martedì 29 ottobre 2013

giorno grigio

Giornata grigia. Cielo plumbeo. Rumore di tuoni lontani.
Piccole gocce di pioggia scendono silenziose. L' aria é pesante e umida.
Un giorno da non muoversi di casa. Ho lavorato un' oretta nell'orto ma poi ho smesso perché i tuoni mi facevano un pó paura. Ho spaccato la legna e ora mi riposo cioé, ora continuo a cucire.
Mi lascio avvolgere dalla musica di Bellini, stó ascoltando " La Norma". L' opera é interpretata dalla mia cantante preferita, la Callas. Il tenore é Franco Corelli . Questa musica si adatta molto bene a questa giornata un tantino malinconica.
Chissá dove sará oggi il sole?

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G.Torboli 
29.10.13

domenica 27 ottobre 2013

Die Lehren des Konfuzius

Heute, habe ich in diese Buch gelesen und einige schöne Sätze gefunden die ich weiter geben möchte.

1 )Die intelligible Macht des Willen zur Sittlichkeit

Der Meister sprach: "Ist denn die Sittlichkeit gar so fern? Sobald ich die Sittlichkeit wünsche, so ist diese Sittlichkeit da."

Die Sittlichkeit erscheint dem Blick als etwas Grosses und Fernes und schwer zu Erreichendes.
Aber was alle Überlegungen nicht näher bringen: der einfache Akt des Willens macht die Sittlichkeit möglich und wirklich.

2) Zustimmung und Tat

Der Meister sprach: " Worte ernsten Zuredens: wer wird denen nicht zustimmen? Aber worauf es ankommt, das ist die Besserung ( des  Lebens).
Worte zarter Andeutung: wer wird die nicht freundlich anhören? Aber worauf es ankommt, das ist die Anwendung ( auf die Praxis).
Freundliches Anhören ohne Anwendung, Zustimmung ohne Besserung:
was kann ich damit anfangen?

3) Treu und Glauben

Der Meister sprach: " Mache Treu und Glauben zur Hauptsache, habe keinen Freund, der dir nicht gleich ist. Hast du Fehler, scheue dich nicht, sie zu verbessern.

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Konfuzius (551- 479 v. Chr.) chinesische Philosoph.

venerdì 25 ottobre 2013

buon pomeriggio

Il cielo é grigio e dá malinconia. L' aria é stagnante, umida, fastidiosa.
Accendo la stufa per sentirmi meglio anche se non fa freddo.
Sto ascoltando un disco  " sonate per pianoforte" di Mozart.
La musica di Mozart é cosí piena di vita e di amore da far sembrare allegro anche il cielo.
Ora incomincio a cucire. Da giorni passo i pomeriggi a cucire dei porta gioielli in stoffa, per mio figlio. Lui crea e vende gioielli.
Cucire é un lavoro molto creativo. Accoppiare colori e stoffe diverse, dare nuove forme e caratteristiche a dei pezzetti di stoffa, che a vederli cosí, sembravano banali.
Quando non scrivo o studio matematica, allora cucio.
Ora peró, devo andare a spaccare un pó di legna sottile perché il fuoco non vuole accendersi.

Buon pomeriggio.

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Graziella Torboli 
25 ottobre2013


sabato 19 ottobre 2013

il cambiamento


Il cambiamento

Da alcuni giorni la mia mente é impegnata con questa parola „ cambiamento“.
Per quanto mi riguarda, ne ho subiti molti, importanti e meno importanti.
Mi piacerebbe tanto riuscire a capire, che cosa comporta dentro di noi, un cambiamento.
Se parto dal punto di vista che noi tutti siamo abitudinari,  il cambiamento ci sottopone ad un conflitto piú o meno grande.
Il cambiamento in sé é una cosa positiva perché é un movimento aldilá del giornaliero.
La vita é in continuo movimento , nulla rimane cosí come é. Tutto si trasforma, cresce, nasce,muore.
Mi chiedo perché, noi cerchiamo di fermare questo movimento nell’inchiodare il corso della nostra vita con le abitudini?
È forse l’abitudine che ci fa temere il cambiamento?
Quí entra in gioco il termine „ sicurezza“.
L’abitudine é la culla della sicurezza.
A questo punto diventa chiaro che un cambiamento mette a dura prova la sicurezza, provocando paura. La paura di ció che non conosciamo. Tale paura, é naturale,  perché ci aiuta a ponderare la situazione ed a difenderci. È come l’atto di un cane che annusa il cibo prima di mangiarlo.
Tutt’altra cosa, quando ci fissiamo sulle nostre abitudini come fossero leggi di vita,  per cosí dire, irremovibili . Di conseguenza, le nostre abitudini non lasciano spazio a cose nuove.
Per esempio, non é facile cambiare tutti i mobili di casa, ma molto piú difficile é riflettere su un nostro comportamento ed ammettere di doverlo cambiare in meglio.
Fuori di noi e dentro di noi, i cambiamenti non ci risparmiano, perché la vita vuole cosí.
Non possiamo fermare questo movimento con le nostre paure. Meglio affrontarlo.


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Graziella Torboli
19 ottobre 2013



giovedì 17 ottobre 2013

la danza del "SI" e del "NO"


La danza del „SI“ e del „NO“

Questa mattina mi é venuta questa frase o meglio questo pensiero.
Il „SI“ e il „NO“ sono le definizioni piú brevi ma cosí determinate da cambiare in bene o in male il corso della nostra vita.
Se non sappiamo usarle in modo adeguato, dobbiamo pagarne le conseguenze.
Sappiamo che dire „SI“ a qualcuno e sempre piú facile che dire „NO“.
Se ci pensiamo bene, quando noi diciamo „SI“ a qualcuno, quasi sempre non siamo sinceri.

Dire di „SI“ é sbrigativo. Ha l’apparenza di facilitare le cose, non ha bisogno di spiegazioni.

Dire „NO“ invece,  necessita di coraggio perché complica quasi sempre le situazioni  facendoci sentire anche in colpa.

Quando dentro di noi urla un „NO“ ma noi rimuovendolo lasciamo uscire dalle nostre labbra un „SI“, ci siamo autocastigati. Non ci siamo presi sul serio.
Parliamo tanto di sinceritá, ma non siamo ancora riusciti ad individuare dentro di noi la vera danza del „SI“ e del „NO“.
Questa danza, nasce dall’uso equilibrato di queste due definizioni, donandoci l’armonia in noi e fuori di noi.

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Graziella Torboli 
Ottobre 2013

domenica 13 ottobre 2013

Il viaggio


Il viaggio

Sabato 21 settembre, mia sorella ed io siamo partite da Verona alla volta di Monaco.
Eravamo molto gasate da questo nostro viaggio e da tutto quello che volevamo vedere.
Dopo Vipiteno, sull’autostrada del Brennero la mia macchina ha avuto un guasto. Aveva fatto un rumore strano e poi non correva piú come prima. Mi sono fermata di lato all’autostrada per pensare al dafarsi. Dopo un pó, ancora incredula, ho riprovato a ripartire ma mi sono dovuta fermare poco dopo. Non mi restava che telefonare al soccorso stradale. Abbiamo atteso un’ora prima che arrivasse . Quando arrivó il meccanico ci tolse l’ultima speranza che fosse una cosa da poco. Ci disse che poteva essere la turbina rotta o la frizione. Noi non sapevamo che cosa fosse una turbina. Il meccanico ci ha fatto salire sul carro attrezzi e caricó la macchina. C’é voluto del tempo prima di arrivare all’officina perché il meccanico doveva caricare ancora una Motocicletta che si trovava non so dove. Sul carro attrezzi non si stava poi male, il meccanico poi, era molto simpatico e ci siamo fatte due belle risate. Con una parte dei nostri bagagli siamo state accompagnate in un albergo al paese vicino.
Il paese si chiamava, Rio di val Pusteria. Mai sentito prima. Un paesino dell’alto Adige nascosto in una grande valle circondata da verdi montagne. Essendo la valle un poco stretta, il paese sembra arrampicarsi sulla lato della montagna. Le casette, tutte ben disposte verso ovest, trionfano con  cascate di gerani che pendono dai loro balconi. Sono bellissimi.
Dopo il primo momento di insicurezza causata dall’imprevisto della macchina, siamo entrate nell’ordine di idee che tutto ha un senso e tutto si puó risolvere. Prendendo il tutto con un pó di filosofia siamo riuscite a divertirci un mondo. Il tempo era bellissimo ed anche il panorama.
Purtroppo quando ho avuto la notizia che la macchina non poteva essere riparata prima di martedí o mercoledí, il mio buon umore si affievolí e si tramutó in Stress. La burocrazia in Italia é molto complessa e le assicurazioni, ne ho due, mi davano continuamente informazioni contradditorie. Altro Stress e mille telefonate.
Altro punto cruciale e stressante, era che dovevo essere a Berlino in tempo per vedere mio figlio prima che partisse per la Cina. Ormai avevamo escluso Dresda e anche Monaco dal nostro programma. Piú i giorni passavano, piú si allontanava anche l’idea di andare a Berlino. Io ero un pó sconsolata. Quel giorno siamo andate in funivia sulla montagna. Era una bellissima giornata. Il cielo era di un azzurro intenso. La valle si estendeva fra catene di alte montagne. In lontananza si intravvedevano le cine frangiate delle Dolomiti. L’inverno,  gli sciatori invadono questa valle, ora splendeva di verdi prati e di mucche scampanellanti al pascolo.
Giorno per giorno cambiavamo le tappe del nostro viaggio. Piú la macchina restava in officina meno tempo ci rimaneva per le nostre tappe.
Mercoledí pomeriggio andammo a prendere la macchina. Ormai avevamo pensato di arrivare fino a Norimberga e poi andare direttamente a Colonia. Mio figlio Thomas non era di questa idea e mi telefonó per dirmi che sarebbe venuto a Norimberga con l’autobus e avrebbe guidato la mia macchina fino a Berlino. Cosí abbiamo fatto.
Due giorni a Berlino non sono molti ma é stato molto interessante specialmente per chi, come me, non c’era mai stata. Abbiamo visitato due Musei e passeggiato per il centro. Berlino é una cittá in costruzione. Stanno fabbricando ovunque, peró é molto bella.
Sabato pomeriggio, Thomas é partito per Pechino. Domenica mattina siamo partite noi per Colonia.
Il viaggio é andato bene anche se in pancia avevo sempre un pó di paura di sentire rumori strani al motore. Il mio Navi mi ha accompagnata per tutto il tragitto ed io lo trovo una grande invenzione.
A Colonia ho potuto abbracciare il mio nipotino di cinque mesi. Un bambino molto bello e simpatico. Sorride sempre. I primi due giorni mi sono occupata di lui e delle mie figlie. Abbiamo fatto delle belle passeggiate nel parco ed in cittá. Poi é arrivato il lavoro. Avevo portato con me la macchina da cucire perché Julia aveva bisogno di Costumi per la sua – Tanz Performance-. Cercammo Modelli e Stoffe. 40 metri di tulle nero e altre stoffe.
Dovevo cucire una gonna fuori misura. Poi, una tuta chiara per un’altra ballerina.
Per quattro  giorni non ho fatto altro che cucire. Il risultato é stato molto soddisfacente e mia figlia era felice.
Dimenticavo il Video. Ho trascorso un pomeriggio dietro una parete trasparente di latex a cucire degli strappi per farli sembrare delle cicatrici. Si dovevano vedere solo le mie mani e la mia ombra. Anche questo video servirá per lo spettacolo.
Gli ultimi due giorni li ho trascorsi seduta sul divano a giocare con mio nipote ed a fare delle piccole compere nel vicino centro.
Giovedí 10 settembre siamo ripartite alla volta del lago di Costanza. Purtroppo quel giorno pioveva ed il lago era avvolto in una fitta nebbia, cosí pure le montagne intorno. Era un pó triste da vedere. Siamo andate subito alla ricerca dei lamponi che volevo comperare. Sapevo che c’era un contadino che coltivava lamponi ma non sapevo di preciso dove fosse. Lo trovammo e comperai una cassetta intera di lamponi.
Il loro profumo ci dilettó per tutto il viaggio di ritorno.
Venerdí mattina siamo partite. Avevo sentito il meteo ed avevo appreso che era caduta un pó di neve. -Speriamo in bene,- pensai,- non ho le gomme da neve.-
Volevo passare dal Bernardino perché conosco la strada e mi piace molto.
Il mio Navi era un pó nervoso perché quando  digito un indirizzo, lui cerca la strada piú breve, non certo quella che piú gli piace. Cosí non badai ai suoi consigli di uscire dall’autostrada. Continuai a guidare verso il Bernardino quando ad un certo punto un avviso in rosso sul cartello stradale mi irritó. „Strada per il Bernardino chiusa“. Alla prima uscita uscii e mi fermai. Cosa facciamo ora? Cercai di programmare il Navi ma lui non ne volle sapere. Si era bloccato. Io ho pensato che forse si é offeso.
Fortuna vuole che mi ero portata una carta stradale.
Presi la via del ritorno per andare a Innsbruck. Una brutta strada che  non volevo fare. Una valle stretta buia e piena di tunnel. Ora c’éra anche la neve. Peró non era neve fresca, per fortuna.
Arrivate a Innsbruck abbiamo trovato la neve... fresca. Nevicava.
Nel frattempo mi sentivo un poco stanca ed anche un pó seccata per via della strada interrotta. Avevo allungato il viaggio di almeno due ore.
Da Innsbruck al Brennero la neve era aumentata e la strada era scivolosa. Come ho giá detto non avevo le gomme da neve ed ero molto preoccupata. C’é da dire che i camion sull’autostrada sono veramente pericolosi. Con un tempo da lupi come in quel momento, visibilitá pochissima, strada stretta per lavori in corso, loro schizzavano via come dei pirati senza regole. La mia tensione era al massimo.
Per fortuna, prima di Vipiteno il tempo é migliorato. Il sole splendeva e le strade erano asciutte.
Siamo arrivate a Verona verso sera e dopo esserci rinfrescate e ripreso fiato, siamo uscite a cena.
Il giorno dopo sono ripartita per Castel san Giovanni. Ora sono a casa. La mia casa.
Ho acceso la stufa e guardo il cielo, é grigio, ma a me sembra di un brillante azzurro.

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G. Torboli 2013