lunedì 25 febbraio 2013

Piccolo diario di viaggio


Piccolo diario

Il dodici febbraio sono partita in macchina da Castello. Nevicava ed ero un pó preoccupata per lo stato della strada. Tutto andó bene. Arrivata a Verona dove abita mia sorella, mi sono fermata due giorni. Un pó per stare con lei ed anche per andare da uno steopata per farmi fare un massaggio energetico. Con tutto quello che avevo in mente di fare, mi sarebbe servito.
Il quattordici febbraio , mia sorella mi ha accompagnata alla Stazione die treni.
Alle nove di mattina sono partita per Salisburgo. Continuava a nevicare.
Arrivata a Salisburgo sono stata accolta da mia figlia. A casa sua bevemmo un caffé ed uscimmo di nuovo per farci un giro in questa bellissima cittá. Faceva molto freddo. La vista dal ponte sul fiume Salzsach mi affascinó. Questo grande fiume che argenteo serpeggia fra castelli e parchi, dove una lieve foschia e la neve  rendeva il panorama quasi irreale. Non di meno, la Grande fortezza bianca e illuminata, che dall’alto del monte sembra voler dominare tutta la cittá. Quasi non si sentiva nemmeno il freddo, tanto quel posto era bello e suggestivo.
Il giorno dopo la neve scendeva piú fitta che mai. Girammo per la cittá e in vari negozi. Andammo alla stazione per comperare il mio biglietto per Monaco e per vedere gli orari. Dovevo informare mia cognata a che ora sarei arrivata da lei.
Sabato mattina aveva inizio il Seminario di Numerologia che i miei figli mi avevano regalato e per il quale ero andata a Salisburgo.
Mia figlia ed io partimmo di buon ora.
Dopo nove ore di Pentagrammi e numeri io avevo la testa in fiamme. Tornammo a casa. Cucinammo la cena ma non parlammo di ció che avevamo imparato. Tutte due eravamo molto affaticate e per non aggravare la nostra capacitá selettiva ci imponemmo di parlare d’altro.
Domenica, altre otto ore di Pentagrammi, numeri, e di energetica.
Ho vissuto questo seminario come un sogno. I numeri mi affascinano da sempre.
La sera ci coricammo presto. Eravamo molto stanche. Il lunedí, ultimo giorno, parlammo finalmente di ció che avevamo appreso e insieme andammo in cittá per fare degli acquisti. Un libro sulla numerologia.
Nevicava sempre.
Martedí mattina, prendemmo l’autobus per andare alla stazione. Io dovevo partire per Monaco, lei doveva andare all’ aeroporto perché partiva per Colonia. Ci salutammo con caldi abbracci.
Arrivai a Monaco a mezzogiorno.Mia cognata mi aspettava alla stazione.
Come fummo a casa sua mi disse se la potevo aiutare a preparare le tartine per 50 persone. La sera c’era una festa e lei si era impegnata per fare questo lavoro. Ci sedemmo in cucina  per circa tre ore. Quando tutto fu pronto ci preparammo per andare alla festa. Dovevamo arrivare prima degli ospiti per preparare le tavole e i piatti con le tartine. Tutto andó bene e dopo aver sparecchiato e riordinato ce ne tornammo a casa. A mezzanotte ero a letto, stanca ma soddisfatta.
Il giorno dopo nevicava. Dopo colazione andammo nel parco di Nymphenburg. Armate di capucci e sciarpe e camminando di buon passo, riuscimmo a fare una lunga passeggiata.
Tornate a casa, naso e guance rosse, avevamo fame. Pranzammo. Erano le quattro del pomeriggio.
La sera rimanemmo in casa a chiaccherare. Avevamo molte cose da raccontarci se si pensa che era il nostro primo incontro dopo trent’anni di silenzio.
Il giorno dopo andammo di buon’ora a Monaco cittá. Da tanto non vedevo Monaco e ne rimasi affascinata. È veramente splendida. Mangiammo canederli e gulasch in un locale tipico e mi gustai la birra bavarese.
Tornammo a casa, in tempo per riposare un’oretta, perché mia cognata aveva comperato i biglietti per un concerto.
Cosí partimmo verso le sette con la Metro alla volta della Filarmonica.
Davano „die Auferstehungssymphonie“ di Gustav Maler diretto da Zubin Metha.
Le note di questa Sinfonia mi emozionarono  fino alle lacrime. Ero sconvolta dalla gioia.
Il giorno dopo mia cognata mi riaccompagnó alla stazione e io partii alla volta di Verona.
Anche a Verona nevicava. „Ma questo inverno non vuol proprio finire“ mi dissi.
Mia sorella  venne a prendermi alla stazione.
Sabato di buon mattino, in macchina, partimmo insieme per Riva del Garda. Mia madre aveva avuto il compleanno mentre io ero a Salisburgo e volevano farle gli auguri. La sera tornammo per tempo perché mia sorella voleva andare a teatro.
Alle nove di sera stavamo sedute in un teatro a goderci lo spettacolo di quattro  musicisti armeni. Ci siamo molto divertite.
Il giorno dopo, domenica 24 febbraio sono ritornata a casa mia a Castello. Ora mi posso riposare.
Continua a nevicare.

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Graziella Torboli
24.2.2013    

domenica 24 febbraio 2013

i politici



li guardo parlare, ascolto,
non sento nulla,
vedo solo bolle di sapone
uscire dalle loro bocche,
tante tante bolle di sapone,
grandi, piccole ed anche colorate,
le guardo volare,
le vedo sparire nell'aria
o cadere a terra
e diventare un nulla
come le loro parole.

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G.Torboli
2013

un'idea

Noi siamo molto piú intelligenti di quello che pensiamo,

dimenticare la nostra intelligenza

é l'unica cosa stupida che facciamo.


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G.Torboli 2013

giovedì 7 febbraio 2013

L' indifferenza


L' indifferenza

Cieca, sorda, muta,
serpeggia come una biscia,

chiude il cuore,
regala solitudine,

toglie la creatività,
regala la noia,

incute la distanza,
toglie la sapienza.

L' indifferenza,
Un muto insulto alla vita.

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Graziella Torboli
2013

martedì 5 febbraio 2013

Riflessione 2


Autenticita’ 


La vera, autentica Etica sorge con lo sviluppo della nostra consapevolezza.
Possiamo volere di sentirci buoni, onesti, sicuri ecc. Ma lo siamo veramente  o vogliamo solo esserlo?

„Se noi abbiamo una cosa, non ci serve più di volerla.“
Noi vogliamo sempre ciò che non abbiamo.

Io penso che:
voler essere buoni, significa non esserlo,
voler essere onesti, significa non esserlo,
voler essere sinceri, significa non esserlo.
Voler essere, essere, essere..........
Quando ci imponiamo di voler "essere" perdiamo la nostra autenticità.

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G. Torboli
Febbraio 2013

sabato 2 febbraio 2013

L ' immagine di se`

Creare di se`un' immagine
vivere un' immagine
credere ad un' immagine,

l' immagine e`un sogno
non e`una realta`
l' immagine ci nasconde
ed e`una finta verita`.

Uscire nella luce
coraggiosi e lieti,
esistere per la vita,
la nostra vita.


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G. Torboli 
2013