lunedì 5 gennaio 2015

Un paragone



     

Questa mattina mi ha salutato un giornata bellissima.
Cielo sereno, aria tiepida ed un sole splendente.
Un vero invito a fare una lunga passeggiata.
Come al solito, dopo essere uscita dal paese, ho camminato lungo un sentiero che attraversa la campagna. Una grande pianura con campi arati, alcuni dei quali giá verdi per il germoglio del grano. Tutto era silenzio. L’ aria profumava come in primavera. Guardavo i soliti alberi che giá conosco. Tutti spogli e grigi.
Ad un tratto, ammirando un grande vecchio albero ho notato una cosa che mi pareva insolita.
Il tronco possente dell’ albero, una Farnia, mostrava vari punti dove, durante la crescita, era stato reciso un ramo.
Erano dei piccoli cerchi con la circonferenza ingrossata ed evidentemente di vecchia data. Ció che mi ha sorpresa, era il fatto, che sotto o sopra, o da una parte, insomma, in  tutti  i cerchi crescevano dei ramoscelli, piú grossi in alto, piú sottili verso il basso.
Mi é sembrata una cosa insolita perché negli altri alberi non era cosí. Non é insolito notare la crescita di alcuni ramoscelli  dove é stato reciso un ramo, ma sul tronco della Farnia tutti i rami recisi ricrescevano.
Guardando l’albero ho pensato: questo albero dev’essere molto forte e determinato. Non puó evitare che vengano tagliati i suoi rami ma non per questo, desiste dal continuare a crescere come vuole lui.
Come mia consuetudine, ho pensato a noi, essere umani e mi é sorto un paragone.

Tutti noi,  durante la crescita abbiamo subito varie ferite, senza poterci difendere.
Cedere al dolore di una ferita é umano, ma lasciare che il dolore ci impedisca di crescere é inumano. 
    

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Graziella Torboli
4 gennaio 2015

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