giovedì 20 novembre 2014

ancora una favola....



Il mare, il sole, il vento.

Un raggio di sole ancora insonnolito, si alzó lentamente all´orrizzonte.
Illuminó lievemente il cielo e si posó sul mare che subito esclamó, - Oh, come sei caldo e morbido, ho avuto un po di freddo questa notte e mi sentivo solo-. Il raggio di sole chiamó ad uno ad uno tutti gli altri raggi ed insieme si posarono sul mare.
Il mare brilló di gioia e di piacere, ringrazió i raggi del sole e rimase quieto a godersi il loro calore. Brillava il mare, come fosse cosparso di brillanti, diventando sempre piú azzurro e vivace.
A poco a poco  i raggi del sole presero a scendere nel profondo del mare ed il loro calore sveglió le alghe e tutti i pesci intorno. Tutto si mise in movimento. Pesci piccoli, pesci grandi di tutte le forme e colori  salutarono il sole uscendo dai loro nascondigli .
Le piante marine scrollarono le loro verdi chiome e salutarono il sole.
Il mare era felice. La vita pulsava dentro di lui . Aveva voglia di giocare, correre, saltare, fare capriole e scoprire cose nuove. Il mare era anche molto curioso e voleva sempre sapere ogni cosa.
Ogni giorno chiamava il vento, suo compagno di giochi e suo migliore amico, ed insieme ne combinavano di tutti i colori.
Pure al vento piaceva molto giocare con il mare perché era morbido e spumeggiante.
Come si divertiva il vento, quando riusciva a formare le grandi onde ed a farle infrangere schiumeggianti contro scogli o spiagge. Come si divertiva il mare, quando scopriva nuovi paesi e nuovi paesaggi. Spesso non resisteva alla tentazione di portarsi vie qualche ricordo che poi, o lo lasciava galleggiare o lo lasciava andare a fondo per far giocare i pesci .
Dopo tante scorribande il vento e il mare  esausti  si mettevano a riposo. L´uno, lasciandosi dondolare sul morbido mare, l‘altro, lasciandosi abbracciare dal sole.
La sera il mare si metteva tranquillo perché anche il vento ormai spossato se ne andava a riposare sulla grande montagna.
Rimasto solo, il mare ancora tiepido da tutto il calore avuto dal sole si accomodava nel suo grande letto ad aspettare la notte. I suoi grandi occhi azzurri rivolti verso il cielo, aspettava con ansia che il sole accendesse la luna per poter finalmente sentirla cantare le canzoni della notte.- Oh! come e´bello sentir cantare la luna !-  Esclamava il mare.
Poco dopo si addormentava felice.

Accadde che un mattino, il mare svegliandosi sentí un freddo insolito. - Gli venne da fare - Brrr  - e disse - che cosa succede?- Guardó in alto e vide il cielo coperto da grandi nuvoloni neri.
- Oggi niente sole - si disse - ma fra poco verrá il mio amico vento e gli faró spazzare il cielo.
Aspettó per quel giorno, aspettó ancora per tanti giorni, ma il suo amico vento non venne. - Dove sará mai ?- si chiedeva il mare sempre piú preoccupato, scrutando i dintorni.
Il mare diventava ogni giorno piú triste. Anche il suo colore non era piú azzurro ma grigio chiaro e grigio scuro. Il mare si sentiva brutto, triste ed aveva sempre piú freddo.
Anche i delfini e le balene non giocavano piú. Anche loro avevano freddo ed erano tristi. Le alghe stavano cosí immobili sul fondo del mare da sembrare dei fantasmi  ed i fiori marini tenevano le corolle chiuse e chinate verso terra. I pesci grandi e piccoli nuotavano lentamente o si adagiavano sul fondo del mare.
Oh ! che tristezza - ripeteva il mare guardando dentro di sé .
I grandi nuvoloni guardavano minacciosi il mare e divantavano sempre piu´densi e neri.
Un grande gabbiano volando sul mare sentí un lungo gemito. Prima si spaventó poi si incuriosí ed aguzzó le orecchie. - C‘équalcuno che sta male?- chiese con voce ansiosa.
Io sto male - disse il mare , mi puoi aiutare?- Il gabbiano del tutto sbalordito guardó il mare e chiese -  Ho propirio capito bene?- Purtroppo si -  rispose il mare.
Fu cosí che il mare raccontó l´accaduto e la causa di tutta la sua tristezza.
Racconto che il suo amico vento lo aveva abbandonato,  che le nuvole tenevano lontano il sole e che tutti avevano freddo.
Il  gabbiano ascoltó assorto e poi disse - No, caro mare, il vento non ti ha abbandonato, io só dove si trova. Me l´ha detto la grande aquila.
-Dimmi, dimmi, dove si trova il vento, ho bisogno di lui- esclamó il mare con grande ansia.  Il gabbiano si affrettó a raccontare quanto sapeva e disse - Il vento é stato catturato dal vecchio vulcano che abita sulla grande montagna. Il vecchio vulcano lo costringe a soffiare sul suo fuoco perché lui é vecchio e non ha piú la forza di far fiammeggiare il suo cratere.- Il mare fu sconvolto da questo racconto ed esclamó  - non ci posso credere- non ci posso credere -  continuó a ripetere per un pó di tempo.

Il gabbiano vedendo il mare cosí disperato e triste, divenne triste pure lui.
Dopo un lungo silenzio il mare disse al gabbiano - non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo trovare und soluzione, ora che sappiamo, dove si trova il vento.-
Ad und tratto il mare esclamó - Ho trovato ! - e grido´cosí forte che il gabbiano si spaventó e cadde all´indietro. - Che cosa hai trovato ? chiese il gabbiano rialzandosi  - ho trovato il modo per liberare il vento.- disse il mare. E come?- chiese il gabbiano.

Con l´aiuto di mia sorella sorgente. Lei abita sulla grande montagna e ci vediamo tutti i giorni. Lei che sta sulla montagna andrá dal vecchio Vulcano, trasformerá il cratere in un laghetto e cosí il Vulcano non avrá piú bisogno del vento e lo lascierá libero.
E cosí fu fatto.
La sorgente fu ben felice di aiutare il mare, e prese subito a scorrere attraverso le infinite caverne, canali e canaletti della grande montagna finché giunse scrosciante nel vulcano. Lui, prima si spaventó , poi si arrabbió e tentó di lottare mandando contro la sorgente le sue piú grandi fiamme,  ma alla fine cedde e lasció la sorgente padrona del cratere che in breve tempo diventó un grande lago azzurro.

Il vento ormai libero ma ancora intorpidito dalla lunga prigionia rimase fermo sulla montagna guardandosi intorno. Fu cosí che rivide il mare e vide quant´era triste. Il vento guardó il cielo e vide i minacciosi nuvoloni neri. Ho! che disastro - esclamó il vento alzandosi velocemente e dirigendosi soffiando verso cielo.
Si udí l´urlo di gioia del mare, si udirono i forti sibili di rabbia che il vento soffiava verso i nuvoloni, si udirono i grandi tonfi ed i lamenti dei nuvoloni, che cercando di scappare dalla furia del vento si urtavano l‘un l´altro ferendosi a vicenda.
Quando l´ultimo nuvolone fu sparito, il sole fece splendere i suoi piú caldi raggi sul mare ed il loro calore penetró in un baleno nelle acque piú profonde riportando la luce e la gioia di vivere a tutti gli animali, alle piante, e dipinse il mare di mille colori.
La vita nel mare si mise in movimento, sembrava una grande festa da ballo anche se non c´era la musica...... o forse c´era la musica?
Il vento lo sá, ma lo tiene segreto.


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Graziella Torboli
2005

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